8^111 carne di (|uesla specie è ealliva a inangiiirsi per ipiasi liillo l'anno, alla fine (l’cslale però quando sia cslreniainenlc ingrassala Ila qnalelie sapore. Adullo non è l'aeilc Icnlarnc T alicvanienlo, giaeclii' riliiilasi a niangiare; f ollien questo con facilità, si arriva ad addomesticarlo c può servire al pan della tiv clla comune alla caccia per zinibello. , r >I1»<>. — Il nido di quest’ uccello è alTatlo irregolare, c consiste in cavila natili .di delle piante o in fori delle roccie, sul fondo di cui è dillieile rinvenirvi oltre il naturale terriccio, qiialclie penna, ciò clic si verilica quando sono noli i |iuleini. oidi- luirio però deponc le uova sui pezzetli di legno e sulla lerra clic trova nelle p.anle ove egli (li solilo annida. i- n • t Onesti eovacei si rinvengono indinéronterneiite a varie altezze; e gl. alberi piefc- rili all’ uopo sono, nei bosebi le quercie, nelle eainpagne i gelsi. u o v .v . - Sono le uova variabili per in.inero dalle 2 alle 4 por covala, d. forma sferica di colore bianco opaco, con pori visibili ma csircniamciilc poco marcali, pi iv i di iiiceillczza rimarci,cvole. Il maggiore asse varia dai 25 ai 28 «lillimetri e nel maggior numero di casi non lui il sopravvento sulTalIro clic di millinietri 2,n. P l in - l- i l . — Terminala la inciibazionc nascono dei iHileini coperti da ima densa lannggine bianco-lattea, ebe da essi si perde mano mano spuntano le penne, llavvi un’epoca in cui le penne c la lanuggine si Irovano sul corpo di quest, giovani rapaci nello eguali proporzioni (vedi la lavola annessa). In quattordici giorni la lanuggine scompare ¡nlcranienlc c vestono un abito assai simile a quello dei genitori. Sono questi puleini nulrili con iieeelli, lopi e lucerle. ATIIKNE IVOCTÜA IIETZII'S. K l i - i \ |» « ilo 4 l;i« > ty lii l.iiiiiù, — K . l.nlli. — K . IIdii.Hì . K i r i x (òiii. — A o « * (iiii » I s u i x Siixig.iv A ( l i« > iic Unji-. liivlmi. A ( l i< ‘i i c iK»«'!!!«! iq.. — 4bIì i i i «'mI ì ì i i i i Ihiliiiiiii: Civetta. Lm,ih,ir,lo.- Scignetta. — Sictta. — Zivetta. Oucsl’ ucc('lli) «'uropi’o <• comtme c stiizionariu da imi; «•opinsi» in eguab' iiiaiiifra lauto in rollitia <-lu‘ in jiiaimra, ma mam-anle quasi lotalmeule ai molili. Tutto il giorno sta riiilaiialo Iraiiiu’ il raso ebe gli si passi \Ìcino quando (ro\asi ili mia Cessiira poro profonda r nella (piale po.^sa (“Ssere .seorlo: in generale pium see- gliesi mi iiaseoiidiglio adatto e profondissimo lalebi' riesee molto iliilieile il \ederlo. Tali iiaseotidigli sono nei ea\i Inuielii degli alberi, nelle torri, sotto i firmajuoli. Ira le maeerie di \eeelii edilizj e nelle rase isolale di eampagtia. i: iieeello solilario, e \i\e perfellammili“ i.<oialo eeeello elie in primaxera, in eiii i bisogni (bdl'amori' lo ranno riimiri* alla sua eoiiipagiia. La Lixella è di earallere cupo, pigra nei moti, xida adagio etdie ali sempre a|)ei'U‘, (‘ non si alza molto da lerra, ali'iul'uori di quando si trasporla stilli' torri. Aiiiiiiale essenzialmeule iiollunio non esce dal naseoiidiglio elie a iiolle falla, e pro- l(‘Ko dalla pai'lieolari' sua \esle, \ola in traccia di topi, di taipi', di ghiri elio sorju-eiub' all'inqu'nsala dixoi'a. A N'aimiaim dolibiaiiio la <-onose('ii/.a dell'uso ebe (■ proprio della CixcMa di xisi- fare i eolomliaj, senza elu‘ \ì arreelii danno, nè elie i (adombi .se ne inliiimriseano. In «piaiilo |)oi al nutrirsi essa di iioxa, eosluine ehi' le si aMribuise<‘ , eoiixiene rigeltariie la eredeiiza, pereliè le (avelie prigioniere rilìnlaim eoslaiilenienle un lai genere di eibo. Il eosi (It'Ilo eaiilo della Cixi'tia consiste eome in mi parlieolare lameiKo, cupo e direi quasi sinistro; il (piale non si fa udire elie nei sileiizj della iiolle, allorché l'neeello sosta in (¡iialelie luogo o posa sul (elio di (pialelie casa. L'istiiilo sanguinario, ma xile in pari ti'iiipo, di (pu'slo animale, il suo aspello, la lugubre sua voet', la xila iiolliirna e solitaria, lo fecero discaro al xolgo lino dalla più iM'iimla auliehilà ed b anzi argoinenlo (l‘ iii(|ni('lndiii(' in uua casa l'axi'rxi udito il eanlo di ima Lix(‘iia, dal (piab' si xieiie siiiislraim'iili' ad inferire «die, (pialeiino debba iim- rin*. Non ineonirale eonladiim, non donnieeiuola, che non si'iila |)er «|ii(‘slo iiialaiigii- ralo iieeello nn'axxersioiie grandi.>isiiiia, e non le aserixa d’aver recalo disgrazie iK'lla projiria famiglia. Il signor Alerìim Como nel IS45, ha eoiifulalo ('gri'giameiile (pn'sto ptvgiiidizio, ed io mi xariM'i delle sue jiande a maggiormente eombatlerio, se ia classe di persone a cui il mio libro andià più probabilmente fra h' numi me lo rendessi' necessario. Le Civette si prendono sido easiialmeiile nelle reti; e durante la notte se ne fa nna caccia spi'ciale eoi paiiioni: |U'r eiiiamarle al tranello si fa uso di nna eliioeeìola xiiola che si jiereuole reileralaniente perelii' axxeiiga mi suono clic s’ assomiglia alla xoee di'iraniiiiab' elu' si xiiol trarre nell'inganno, o meglio ancora si liem' pri'sso alle eaiiiie inxiseliiah' ima Cixetla addomesticala elie cauli. Ouesla caccia si fa con molla facililà in primaxera.
Lade 5f 10-1
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