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scraj ove eaceiiino io Passere; l’avvieinarsi di sì itieoiiiodo visitatore si eonosee al pigolìo straordinario delle Passere spaventalo ed è facile allora, alla scarsa Ineo del crepuscolo, uccidere codesti insidiosi Rapaci. Secondo Gloger (i), (a fame lo spinge talvolta ad assaltare lleeclli di (jiialelie grossezza, come sarebbero le Pernici, alloreliè ([iieste a cagione della neve solfrono essi pnre la fame. Codesto Gnfo ama la compagnia dei suoi simili e qneslo specialmente in antnnno nella ([naie stagione si vede spi‘sso in piccoli croccili di selle od otto individui i quali anche dispersi non lardano a rinnirsi. Avvenm; nna volta di trovarne di giorni) einqno individui assieme su pini folti; con poeliissima fatica si poterono neeidere tulli (¡nauti, poiché di poco si scostano anche do)io la ftieilala (h1 i superstiti ritornano ben presto al luogo priieiso d'onde si fecero fuggire. Di certo ei() non avviene se non di giorno, allorché sono ahhagliali dalla viva luce del soli“, mentre di notte e mi'glio ancora nei erepiiseoli ei vedono benissimo. Non si caccia mai per la sua carne, essendo essa durissima, disgustosa a mangiare e quindi di nessun valore in eommereio; e se viene perseguitato lo ì; a motivo dei danni che arreca o pinlloslo per servire dì trofeo al eaceialori*. Di rado incappa nelle reti durante rantnnno. Si allevano con facilità I nidiaci, nutrendoli con carne, ma non campano lungo leaqx). Preso adidio il Gnfo minore non prende quasi mai cibo o muore il più sposso di fame. A llH » . Nidifica presto e non è raro trovare i giovani da nido vei*so la fine di marzo e specialmente in aprile. Tutti gli autori sono d'accordo nell'asserire che questo Gnfo non fa, di solilo, nn proprio nido, ma utilizza quelli abbandonali dai Corvi, dalle Cornacchie, dalle Pielli!, dalle Gazze, dai Falchi, dagli Aironi, dalie Tortore c persino dagli Senjatloli, cui occupa senza farvi riattamenti di sorta. I nidi trovati nella Rrianza erano posti sulla cima morta di vecchie qnercic e meritavano appena questo nome, poiché constavano di nna semjilicc cavità occupata tal quale dalla Strige, con entro poelii frammenti di U'gno fradicio e qualche penna, aperta ai disopra, senza no[)pnre essere protetta dalle foglie. Fatto salire nn ragazzo sull'albero, alloreliè fu presso la cima, si vide volar Inori la femmina c [)osarsl sniralb(“ro più vicino; appena sceso ii ragazzo, l’ uccello ritorni) sul nido ebe non abbandoni) ben- ebé minacciata coi sassi; si dovette montare dì nuovo e solo (jnando la madre si fermò la seconda volta sulla pianta più vicina, potè essere neeisa. Nel nido erano i pnieini; e vieino ad esso non si trovò mai il maseliio. i ; o v \ . Depone l'Alioeeo da 4 a a nova e secondo rosservazione di C.loger e Gràssner talvolta anche soltanto 5; da noi il caso più frLMjnenle è (li 5 nova, mentre in Germania, si“condo i citati autori, sarebbe di 4. Esse sono bianebe e rotonde eoi gran diametro di 54, il pieeolo dì 25) millimetri. Il nido (ìgnruto sulla tavola ab, trovalo il b aprile conteneva le nova fresche ed al 28 aprile erano già sbucciati i pnieini. Questi, a[q>cna nati sono coperti di una lannggine bianca, |iin lunga e rada sul dorso e sui lianebi, più corta e lilla sul capo c sulle zampe; in segnilo compajono le piume, prima sulle ali e sulle scajiole, poi sul dorso, sulla testa ed iniorno agli occhi, da ultimo (¡nella della rimanente parte del eoiqio; ma mentre le l'einiganli hanno già nn discreto svihq)[)o, le timoniere sono ancora brevi e senza consistenza. I.e piume in (¡nesla prima età sono come slilacciate siceliè formano come nn vello morbido ed intraleialo di eòloro cinereo-giallieeio con fascio trasversali brune su ogni piuma; esse cadono più lardi per far luogo alle vere ¡letme da adulto. [ einnì di penne sopra(!CÌgliari eomineiano a eonq)arire allorcbò il pulcino ha raggiunto in grossezza la metà di (¡nella dei genitori. In un sol nido si Irova nna straordinaria diversità di grossezza nei pulcini per modo che i eim[iie ¡lieeoli ebe di solilo vi si trovano sì crederebbero pri'si da ehi([ne nidi differenti. 'inno II AccfPiTBEs. b tlbO MAXIMUS SIBB. ( MLH) AI’l'IATTITd i i UOVA SFERiaiE) Ilaiiim» ; lìllfo rCilk. — (il'llll (lilfd. Lomburdo: lliiivol di' montiisiiii. — Dujío — (ii-aii Itiijío. Estesa assai è la ¡lalria di codesto Gnfo, il più grosso fra i noslri ra¡)aei notturni, ed ima delle più voluminose specie della classe degli uccelli incoli del noslro paese. Infatti esso si trova in Intl’Enropa, nell’Asia scltcntrìonalc e nel nord deH’Africa, nei monti della catena dcH’Atlante. Da noi ogni parte della penisola lo ricetta ma, al dire dei signori Lessona e Salvadori, non può dirsi commie in nessun luogo. Non ha, ¡iropriamente parlando, una preferenza marcala per una regione piuttosto che per nn’altra, ma si lascia guidare nella scelta della sua dimora dalla opportunità, e se lo vediamo ¡>iù di freqnenle nelle selve montuose e (lirnj)alc si è ¡lercbé ivi trova maggiore facilità di nascondersi c provvedere alla sua insidiala sicurezza. Infatti non manca talvolta alla pianura e nella nostra Lombardia non c raro rincontrarne nei boschi dell’alto Milanese ed in quelli che fiancheggiano i maggiori iinmi. Ivi, ¡mrebé non venga perseguitato, stabilisce il suo domicilio e vi pone ii nido ¡»er molli anni di segnilo, giacché la s[ic- cie è del lutto sedentaria; però é raro che esso possa tranquillamente abitare ¡nn’ lungo tempo un dato luogo, essendo che ognuno tiene ad onore l ’uccisione di sì grossa preda, non per nutrirsi della sua carne, che non ha pregio alcuno, ma per far pompa delle sue spoglie quasi fossero di nn pericoloso nemico. Secondo rabilndine degli necelli della sua stessa famiglia, di giorno il Gufo reale se ne sta completamente inoperoso cd immobile; rintanalo in uno spacco della roccia 0 fra i rami di un albero vetusto, diflìcilissimo riesce lo scorgerlo, tanto il colore delle sue penne si confonde con (¡nello della rupe o delle corteccic eireostanti. Scoperto però non si lascia accostare con quella simulata indifferenza che è ¡>ro¡)ria delle Ci- vellc, ma sa difendersi validamente col becco e più di tutto colle robuste unghie, al punto da rie.scirc bone sp(“,sso a liberarsi daH’aggnato lesogli. Quando riposa quasi non sì scorgono le sue membra, tanto se ne sta ratmi(!cbialo; i due ciufli eli’cgli porta sul capo slanno ri¡)iegali airiiulietro c gli occhi semicbinsi lasciano a¡)pcna vedere il fuoco che gli anima. Ma non sì tosto egli si vede o si crede attaccalo, d’ un subito rivolge la testa, apre gli occhi, dirizza in alto i ciuflétti, simili a due corna niitiacciose e scuotendosi tutte le penne, si prepara alla difesa. Se lo si irrita shufl'a con cupo rumore e sbatte il becco ripetutamente (mine per intimidire l'inimico c guai a ehi osa allora avvicinarlo: il suo fnroi-e non ha conlìni e la sua forza è considerevole, (“d egli sa mettere (¡mista al servizio di quello. Nella lotta i suoi occhi sanguigni emettono lampi di luce sinistra c'd nna volta afiérrato colle unghie un oggetto non è sì facile farglielo abbandonare. Quanto inerte e nascosto se ne sta di giorno, ailretlanto mena vila attiva di notte in cui si dà alla caccia ¡)cr procurarsi l’ esclusivo suo nutrimento. Verso il Iraiiioiilo (I) (iloger C, L. — VolMMojer I 'luck iter NiUiirgeschichle iter Vigcl Europas. Rreslaii, iSUV


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