anno vestono coinpietamentc di bianco, ina eonservano il beeeo bruno lino al terzo anno in eui assumono'col eolor rosso del becco anello (piella protuberanza alla base (li esso, così caratterislica del nostro Cigno e elie inanea inveee alle allre specie. I genilori'guidano i loro piccoli, se ii lengono sempre in mezzo (! li dilemioiio dai pericoli che possono occorrere. Tanto il padre (juanto la madre gareggiano nel prodigare ad essi lo più amorose cure; raccolgono eoi becco il cibo che jioi lasciano cadere nelTacipia davanti ai loro nali, e facendo seliernio delie ali li raccolgono sul dorso se provanojl bisogno ili riposare. L'educazione dei giovani è abbastanza lunga in (piesla specie giaeebè dura lino (piasi al principio dolTiiiverno, nel (piai lempo sì son falli grandi come gli adulti c possono provvedere iiilieraiiieiUc da sè ai ¡iropri bisogni. A N S L I 5 C I N E U E U S mevei: et woi.e. (NUMI APPIATTITO ) ( Tav. »y ) ( UOVA uv.vri-; i i l i l K c r I V r i lM L im i . — « • ¡ ■ u - r c i l N ì l c y c r c l W o i r . — . % | | » ( T r « - r i iM T e m m . itali,UW : 0('.ii splviilia, Oca paxIiHaiia, Oca reale, lloiico (ii> isi.Ho sclva|;gio). — Oca ilomcslica, l'apcr« (allu 'si.nu domcsiic»). iMiiImnlu: Oca sclvarlcsa (allo sialo selvaggio). — Oca (allo sialo Joiiicsliei.). Tulli gli ornitologi s’aecordaiio nel ritenere l'Oca paglielana come il ca|ioslipile d’onde son derivale l’ Oca dome.stiea c le sue varietà. Codesto ueeello a costumi socievoli, di un’ indole dolce e iaeilnienle [lieglievole, rieonoseenle alle cure che l ’uomo prende jier esso, dovette assai [ler tempo prestarsi airaddomesticamcnto. Bufl'on pensava elle la sottomissione delT Oca all’ impero dell’ uomo non datasse da un’ ejiooa così antica e non fosse eosi completa come ipiella del Callo. Il fatto però si è elio maneano lauto per T imo (pianlo por T altra , dati storici suflìeieiili per istabilire con (pialche sicurezza le date rispettive. Allo stalo selvaggio l’Oca abita commiemenle le siuaggc marino, le paludi, le terre basse e scoperte, i prali umidi delle parli orientali c centrali d' Liirojia; al so|iravve- riire dell’ inverno emigra o passa nelle contrade più meridionali; spesso si getta in frolle alla campagna e porta guasti notevoli ai seminali, si clic i eollivalori devono vigilare jier tenerle lontane. Da noi eoiicsta speeie è piuttosto rara c solo (pialeiina cc iK! capita d’ inverno; alTopposlo della afiiiie Oca granajola (Anser segeimn Mey. et Wolf; Ora de la uer dei l.omhardi), clic, se mm abbondante, può dirsi tiiUavia abbastanza eomune in (piasi tutte le nostre provincic da ollolire a marzo. Il eav. Giuseppe brambilla iiil'aUi, mcnlre annovera ipiest'ullima, non fa eeiiiio dell'Oca [lagHelana iiel- V Elenco degli Eccelli paresi, |iiù volto citalo in cpiest’ ojiera. Al eoiiirario delle Anitre, clic fanno dell’ acipia il loro abituale soggiorno, l’ Oca, ili (pialun(|ue stato la si osservi, non ama Iropjio il liipiido elemento, ma si vale della facilità di eammiiiaro, eoiiccssagli dalla maggiore allezza dolle gambe c dalla [liù adatta loro collocazione, per stare a lerra la più parte del tempo, sia elie ccrelii il suo niilri- iiionto, sia che riposi; solo al cader della notte [ireferisce cercare uu rifugio sulle rive (lei iiumi e fra i canueli delle paludi. Nei paesi dove non vengono iiupiielale dall’ uomo, le Oelie osleiiUuio una grande eoiilidon/a e si lasciano avvicinare, ma altrove fanno prova di grande selvalieliczza c di estrema vigilanza, per modo che è diilieilissimo il sorprenderle. In domesticità le Oelie hanno perduto (piasi affallo il loro carattere selvaggio, ma eoiiservaroiio in sommo grado l’isliiiio della vigilanza, secondale da sensi squisiti; sia clic pascolino alla campagna, sia ehe, aeeovaeeiate a lerra, allemlano al rijioso, è raro elle si lascino sorprenderò. Per lo più, ima di esse sta sempia! di sentinella e eou grida ranelle avvisa le compagne deiravvieinarsi del pericolo. L ’ accusa di balordaggine (die volgarmente suole alìibbiarsi alle Oche, è dum|ue poggiala sul falso. I Homaiii allevavano come noi, degli stuoli di Oche, solo ebe le ponevano in luo- glii ciiili da mura Iravcrsale da un canale di ae(|ua corrente , c eojierli da una rete a larghe maglie per paura ebe se ue volassero via. Al giorno d'oggi questa precauzione è resa iierfetlamenlo iniilile, poiché Taumciilalo jieso del eorpo nelle nostre razze ed il disuso delle ab, non eoneedoiio |iiù alle nostre Celie di volare, se non forse per brevissimi tratti. Le selvatiche sono invece buone volalrici, e so|iralu(to quando imprciidoiio ad emigi'iire si tengono ben allo iielTalmosfera, eocetto nei giorni di nebbia e di buon mattino, prima del levar del sole, in cui si tengono più [iresso a lerra. Il loro volo non è rumoroso, e solo eolie loro grida avvisano del loro passaggio. Se la lni|ipa è numerosa formano volamlo eome un colla punta diretta in avanti; allonpiando 1' individuo clic liene la lesla è stanco laseia ipiel poslo e viene a collocarsi in (ila dietro le compagne p<‘r riposare.
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