■■f“ i ■ m líllUO XI Anseuks. (NII)U API'IATTlTd ) CYGNÜS OLOR gm el. MU» Linn, (17CC). — A n a » o lo r Gmel. <:y¡;:iiiiN j£ihl>ii» Ilecli.sl. ~ U y j ' i i i i» o lo r Vicill, ItuUuiw.- €¡»1111 iloQicsIico. — Ciiíno ppíiIo. Lombardo: Cigno. Ognuno conosce la candida vesle e l’ eleganza dei iiiovimoiiti di quest’uccello che pare destinato dalla nalura a servire quale il più bclToriiainenlo dei Iaglielli c delle acque in genere che natura od arie fa scorrere ad aiiiniare i giardini di delizie,] parchi ed i luoghi di pubblico passeggio. Veduto a terra, colle sue gambe cosi brevi, col suo collo così lungo c spropoi’zionato, coi suoi movinienti impacciati, esso anzieliè piacere, muove piuttosto a compassione. — Ma vediamolo neiracqua: esso è lulTaltro, c d’un subito si comprende come esso sia mirabilmente organizzalo pci‘ In vita acquatica. Le sue zampe robuste, collocate assai iiuiiotro ris|icllo al eorjio, sono benissimo areliitellalc per servire da remi. Il cori>o così grosso e lungo, si immerge più alla parte anteriore ebe non di dietro e scivola con ¡ircstczza, si \olgc od eseguisce ogni sorta di movimenti con una facililà che non si saiadibe dapprima sospettala. 11 suo collo assume gli atteggiamenti più graziosi o lo sue ali rialzandosi sul dorso, sembrano talvolta aggiugnere veiuisià ad un animale già per sè stesso fornilo di tante attrattive. È (piiiidi naiurale clic i ¡loeti si siano impossessali dcl Cigno por farne Temhlema dcl candore, rueeello dcH’amore cd ahhiano perciò aggiogali i Cigni al carro di Venere. Il cigno è anehc il simbolo della navigazione, ed a buon diritto, in quanto elio non v’ Iia forse uccello che sulle acque si muova con maggior grazia e con un |)orl:imcnto sì maestoso. Anche Buffon fu più poeta cho naturalista allorché ci descrisse il Cigno, giacché gli attriluiì doli e pi'cgi eh’ esso por verità non possiedo. Osserviamolo dun<|ue e giiidicliiamolo senza prevenzione e (lualc esso è veramente. II Ciglio domeslieo non è altro se non una razza assai poco modilieata, dcl Cigno lulicrcolalo che \ive allo stato selvaggio nelle contrade orientali delTFuropa nordica c che negli inverni assai rigidi si mostra anche in (pialche paese un po’ più meridionale. Nella nostra l.omliai'dìa non mi consta ch’osso si sia veduto ed ¡cataloghi d'uccelli nostrali non ue l'anno iiejqnirc parola. Da noi invece conqiare ([iialelic volla un’aiira Sjiccie di Cigno, del lutto divi'rsa Como lo sono ili generale tutti gli uccelli della famiglia cui apparliciio, il Cigno ha un'intelligenza piuttosto limilala; il suo carattere è talvolta violento e persino hrii- lale e ciò in |iarticolar modo durante rallcxamcnlo dei |iiilciiii. Non è susccllihilc di xcra educazione e lutto (|iicllo che si |iU(i ottenere da lui si è di aeeorrere alia voce ilciriiomo; ma [>cr giungere a (pieslo risultato conviene adescarlo eou jiaiic nd allro cibo di suo aggradimento. Codesto ueeello sopporta mimo di ogni allro la sehiavilù; (l) Ciuò il Cigno sa liiU:ivi3 i|u.alclic vulUi i valico (Cggiiiis musicus Uoclisl.), — Il Cifziig luliercoUilo o iculo, hencliO più r.iramonlc dell' iillra spccio giunco lulio Oli il Savi assicura iravcmo vcJuio in Toscana {Oniil. lose., voi ili, pag. 173).
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