Ognuno sa ciio il l'agiano è divenulo i|uusi il sinonimo di ima si]uisiUv/./.a grande di carni e a ciò ha conirihuilo senza dubbio T ahiludiue di a|>prezzare maggiormeiile quello che con maggior diflieollà si può avere, poielic la carne del l'agiano, (¡nella de- ^li individui giovani iu ispecie, è eccellente heusi, ma inferiore in bontà a quella dei giovani l'avoni; il suo gusto del reslo è (¡uello di mia Pollastra eon nn leggier sapore di selvatico che ¡»iace generalmente. Assai facile è la caccia del l'agiano la (¡uale si fa ordinariamente eoi fueile ed è la più dilotlexole. Pochi pei’ò possono darsi a (¡ueslo diverliiueulo, imuilre molti sono (¡uelli che [ler miila rispettando le pro[»rielà altrui vogliono avere la loro ¡»arte di (¡ue- sta ricercala selvaggina e lutto pengoiio in o|>era per priuiderla di nascosto. Servono alio scopo i lacci e le reti d'ogni sorta, in ¡specie le ¡lai atelle tese ne’canqti di grano ai ragianolli che ivi si recano a pascolare. Di notte poi si lasciano talmente avvicinare ohe si può tirare su di essi a coljio sicuro menli-e sono apjiollajali su’rauii dogli alheri e perfino sopportano più di una scarica senza che cerchino di fuggii-c. Colale facililà di impadronirsi di quesla ghiotta preda coiulurrehhe iu hre\e alla distruzione conqilela della specie del nostro paese, se non si a(lo|)crassero cure speciali a proteggerne la propagazione ed a ripopolarne i boschi e le caccio riservali’. Solo i sovrani (!(l i ricelii ju’ivali possono procurarsi il lusso di grandi l'agiauiere i>', la cui manutenzione richiede ingenti spese; menlre per alcuni allevatori la ri[)roduzione dei Fagiani è divenuta la fonte di bei guadagni, sia colla vendila dogli uccelli vivi e morti, sia col coinmei’cio delle loro uova. NÍIIÍO. -- E ili pmde dei cespugli ehe la Fagiana raccoglie i materiali del suo nido grossolano alla eui costruzione attende da sola, e perciò essa sceglie un luogo lontano da rumori ove non possa facilmente venir disturbala. Tali nidi si trovano d’ ordinario in principio di aprile. U O V A . — 111 libertà le Fagiane depougouo verso la metà d’aprile da dodici a quattordici uova, menlre in ¡schiavitù ne dopongono persino trenta a Ireiilasei. Esse sono ovale, e di colore grigio-olivastro cliiaro, di tinta alquanto più intensa in quelle dc’po- ste (la femmine [iiù vecchie. 11 guscio ne c sottile assai più di (jiiello di’lle uova di Gallina, poco lucente, a pori ap|)ena visibili ad occhio nudo. Gran diametro 42-45 millimetri; piccolo iliameiru 55-55 milliinelri. l» u u r i ,\ i . — In capo a ventitré lino a veniicinque giorni, lalora anche a venti- selle, nascono i pulcini, i (¡uali non sì tosto usciti dalTuovo sono già capaci di camnii- iiare; nella prima età si iiulrono [irincipalmenle di insetti c non è ehe più tardi che mangiano semi e hacehe. Essi seguono ia loro madre, la quale, meno attenta della Gallina, presta le sue cure a tulli i giovani Fagiani, anelie non suoi, che le teiigon dietro e (¡uíinli non è raro di vedere ima Fagiana seguila da pulcini di varie età. Dap- pi'inci[iio lanlo la madre (jiiauto i Fagiaiiotli riposano a lerra anche duranle la notte; ma non sì tosto qucsli si fanno un po’ forti, essa li fa posare sui rami più bassi e li riscalda lenendoli a sè vieiiii: in seguito vanno lutti a ¡loMajo sui rami alli (U;gl¡ alberi. (I) Per ihioimniioni genlilmenie avnie so eh. I numero iJelle Fagiane che ogni anno depongon. .......... l’arco d. Monza; prendendo una media di dieci uova per ciascuna, SI Ha la cifra approssiinaliva di diecimila uova deposle di cui una meli', sollaniu viene raceolla da persono a ciò incaricale per farle covare dalle Dindio, l.a ricerca .Ielle uova ha principio .lai 18 ai 20 di aprilo 0 finisce alla melò di maggio. Si danno a covare all’ in- circa 35 nova ad ogni Uiiidia, la .lualu d’ordinario è cosi buona co- vatnco che, dopo la prima, può ricevere ancora una o duo civaie succe.ssive. l.a covalura dura in media 22 giorni, ma si ha II lodevole coslunio dl lasciare ancora il luiio por due giorni sollo la Dindia, sia per lasciar ischiu.lero (jiialche uovo che per avvenlura fosso 111 ritardo, sia per lascialo che i pulcini ricevano un po’ di orza dal calor naiurale della nulrice, prima di esporli all’aria libera. Sopra 100 uova nascono in media 85. ' Lo covairici sono teniilo m una seiui-oscuriià. In un locale spazioso eil asciimo, ognuna entro una .specie di casseila non mollo grande.quadrilunga, iniinlla di coperchio onde impedire chela Din- 1 13 col moversi disordinalo schiacci le uova. In ore determinato si di oro da mangiare, dopo di elio lornano ciascuna al loro posto; ' in sono iiiliaya COSI iiiforvurale nel covare che devono essere 101"- . 1,1 -I dillo nova, senza di elio si lascierebliero morire d Ili-dia. Non appena naii i pulcini m avvi dalla nutrice adolliva e da per sé stessi |i cosi dotte uova di ioriniclio cho lori nulrimenlo dei Fagiai dalla nasciiu alle uoi I fa di lati uova è stragrande, o nel foric 'u fino ad adoperarne 80 a DO stala al giorno; issia 7.’) giorni costiiuisce questo il princ.pal 111; dico principale poiché dopo i.'i giorni riso cono di CHI man m'ino^” ""'^'*" *' farina, uova e quella delle formiche. Uiunia l’ epoca'della''prim^ mula o"c'ome*'d*i solilo SI dice, quando metiono la coda, si ces.sa dal dar loro le uova ■"'"i'" ‘ - ula compiuta (I maschi già ai dislinguono ii.v loro miglio e graiiuiurco. SI lasciano vagare in compagnia delia Diii- a pascolare nei prati e ira i cedui d.-Ma ' " '■'ducono a pollajo. al gu.ite scopo sono ' ' ■'■ dall’altro, coldi formiche. Ilnchè allora dalle femmine) si Di giorno i Fagianoll dia la quale li conduco Fagianiern; di nolle lui coslrulli appositi casini Intorno l'intei I conile, staccali i loniane iru onco dal mi spaventarsi, dando di fanno ferii e grandicelli al p.iscolo ' dei folti alberi, iiiiciié 12 ci pulcini, facili : m uccidano da sè. .M in .,,„„0 ragi.ani slanno sempre più airaperlo, v .....' ‘i''ilano i calori del meriggio ricoverandosi aìì’o'm poco a poco irare alla SI disawezzano dal r lungo lempo conservano p allevali e molli rimaiigoni lai quale sicurezza, a dalla nascita prendono il volo. Per -.1- ...a la memoria del luogo ove furono ) nelle viciimnze della l'agianiera, uve si loro di che nutrirsi ed ovo Irovano una coiiipiomessa altrove. lìnon IS. Gali,!K/(!. ( NIDO APPIATTITO ) K.VM. PlI.tSIANlD.V. THAUMAJriEA PICTA linné I. |* |i a « i u i i i i » iii ir c ‘11» N Ì iie ii» i» Rrias. — ' r i i a i i n iu l e i a p i o l a Wagl. IiiiUmw: t'a iiiiiiiii i lo r a lo . — f ii f t i a n n d e ll a L liin a . Fnincesc: F flis iiii d o r è . - F iiìrìiii i p ic f tl o r e . Tatcsri,.- fio ld fa s iiii. Imjlrse: lioldeil l'Iie.’lSIIIll. È (Ili uccello projn-io diagli iillipiaiii (i(;ll’ Asia, (i'oiidc si spingo ad occiiicnlcì lungo il iìiimc Aiiioiir, nelle l’cgioni inei’idionali del Caspio e nelle niontagne del Caiieaso ove si l’invennc in niinierosi stuoli; aliita ¡mr anco la parte orientale dei deserto di Mongolia e l ' interno della Cliina da dove lo si porta vivo sui niereali di Cnnion 'L; Tenimiiiek dice eli’ esso si trova ancora allo stato selvaggio nelle ¡»arti settentrionali della Grecia, (lidia qual cosa Selilegel diiltita graiidcniente. Vuoisi clic i Romani avessero notizia di codesto stupendo uccello, forse per (jual- clie individuo a loro pcrvimuto pei’ mezzo delle l’clazioni coimnereiali eoll'Oi’iente ed anzi si pi’etendc olie da esso avesse origine la favoia della Fenice, ciò clic non dovrel»lte recar maraviglia, sebbene non la sia clic una .semplice eongelliira. In Europa i primi individui comparvero solo nel X V I secolo, ¡»»rtali dai Forlogliesi coiupiistatori deH'A- sia meridionale e per lunga pezza eo,«tituirono una vera rarità. ISoi primordi della sua introduzione si credeva ebe il l'agiam» dorato fosse di una costituzione troppo dilieata per ¡»olcr moltiplicare (‘i»n lacilila nei nostri climi c elie ¡»er eonseguenza esso rimarrel)l»e sempre un ueeello raro ed il suo ae([uislo accessibile a |»oelii. i ; esperienza iia provalo il contrario. Dic(;si elio trenta o (¡uaraiita anni sono, una c(»ppia costasse perlino 5()t) a 4(K) franehi, ma il suo valore è dimiiiuilo d assai al giorno d’oggi c cbiumiue può procurarsi il piacere di averne presso disè (¡iial- elie inìlividiK». H magnineo stuolo di l'agiani dorati elie si ammirava al Giardino d'.Ve- eliinazione del Rosei» di Roiilognc, all'epoea della Esposizione Universale di Parigi, nei lSt»7, non costò in media eìie 15 franelii al capo. Io sono e sarò sempre dell’avviso di Temminek elio una schiavitù troppo ristretta è (¡neila clic si oppone ad una maggiore moltiplicazione di (piesla e d(’lle altre speeie afiini. Lasciare a qiie.sti ueeelli la più grande lil»erlà è un metterli in grado di resistere meglio alle intemperie ed ai mutamenti di slagione; i hosehi di (¡iialelic estensione, il eni suolo argilloso è qua e là coperto di lilli cespugli, di roveti, di un l»el tappeto d’ alte gramigne, eon qiialelie pieeolo serhalojo d'acqua limpida, ¡¡uali iusomma se ne trovano ancora nella media l.omliardia, sarebbero le località ove meglio potrelilie ¡»rosperarc il Fagiano doralo ed altre non meno iiileressaiili speeie. Col dislriliuire nei luoghi più propiz] un alilmiidaiite nutrimento in grani di varie sorta e eon un’assidua sorveglianza si può impf’dire clic i nuovi osjiili si allontanino di lr(»ppo l’d i [»rimi tentativi vadano a vuoto, fina scru- ¡lolosa esallezza ed un’attività grande nelle ¡»ersone inearieate della guardia d(‘i Imsolii, condizioni, liisogna |uir dirlo, così diflicili ad ottenere nel noslro paese, sono ¡»lire in- dispensaliili a pr(»leggere la nuova selvaggina eoniro lo depredazioni degli ignoranti contadini. In eireoslanze eonsimili alle (¡ni aeeeimate, nel IS5t», eon una trentina (li individui, di eui solo la n»olà erano femmine, si ottenne di popolare un bosco a Sivry, ¡»rosso Melun, ove do¡»o un anno, secondo riferisce Cossoii, il loro numero superava già i 5(K) capi malgrado alcune contingenze sfavoi’evoli; dopo due anni essi erano così àhhombuiii da fornire mia vera selvaggina non solo al Iio s ìm » originari(» ma ancora ai l»oselii vicini. Anche in (Germania, giusla Degland, codesto l agiaiio vive in alcune lore- ste ove si moltiplica eome il l'agiam» comune.
Lade 5f 10-1
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