PHASIANUS COJXIIICUS LINNÉ. ( NIDO .APPIATTITO ) ( Tav, 57 Flu. t ) T c tr u o i>lin«Ì«nM» Limi. (1733). — Plitisiniiii» oolcliicii» l.iiui. (I7<i(>), l’agiaiio. l'nmcoe.- Foisaii coDiiQuii. — Faisan yiiigairp. Tedesco.- Oenieiiici- Fasiiu. Inglesi-.- Fumnion l’heasaiil. I paesi elle circondano il mar Caspio e specialmente (pielli al mezzogiorno di detto bacino, il Caucaso c le isole del Danubio sono la vera patria del comune Fagiano; colà si trova assai numeroso e di colà |)iire si liaimo i tipi |iiii bolli di questa bella S|)ccie. Allualmente esso c perfettamente naturalizzato in Germania, in Ingliillorra, in Francia, in Italia ed in generale in quasi tulli i paesi dell'Europa temperala. La sua introduzione da noi è senza dubbio antichissima ma l’ asserzione accettata dai più cITcssa debba risalire alTepoea della spedizione degli Argonauti nella Colcliide mi pare un po’ troppo azzardata, sebbene sia noto come nel raeconto mitologico di (piella eroica impresa venga adombrato im fatto indubbiamente storico. Nè Aristotile nè alcun altro autore greco sembra far cenno di questa specie e presso i Romani dell'Impero essa fu sempre una vera rarità, anzi da una frase di Tliiiio a|)[)are ehe a Roma non si conoscessero in (pici tcni|)o se non individui portati direttamente dall’ Asia. Secondo gli storici più accreditali convien ritenere elio nelToccidenle il Fagiano fosse (piasi sconosciuto prima delle crociale, poiché è soltanto da quell’ epoca in poi che se ue parla come d’un uccello raro, che s'iinhaiidiva arrostito e surrogava il Pavone alle lavole dei papi e degli imperatori, lu Francia sarelihc stato imporlato dai Romani al lempo del- Tirivasione di Cesare, secondo l’o[iinione del dotto RiilV. de Lavison, e dai Ca|)ilolari di Carlomagno risulta eome fin dall’ anno SDO tale uccello venisse già allevalo in ischiavilù nelle ville di (pici monarca. La sua introduzione in Inghilterra sarebbe invece stata assai più recente, e giusla il sentimento degli ornitologi inglesi, rimoiilcrehbe soltanto alTanno I2<K); eimpie secoli dopo esso vi era fult’allro che comune. Per lungo lempo il Fagiano rimase uu uccello privilegiato, destinato solo alle mense dei grandi signori, e, (piale uccello nohik, la sua caccia era riservala ai re ed ai grandi feudatari d(d regno. Attualmente esso è divenulo conumissimo dapperlullo grazie alle cure prese per la sua molliplicazione c da noi sehhene non sìa così ahhondante come in altri |)aesi, in Francia per esempio ed in Inghilterra, pure si riproduce iu copia non solo nei possedimenti della Corona, ma anohe presso molli ¡»rivali. D’indole selvaggia e solitaria, i Fagiani alla minima apparenza di pericolo fuggono volando con una ra|)idilà che stuiibra ¡loco in armonia colT apparente pesantezza del loro eorpo; (piando vengono avvicinali si accovacciano a UuTa e subito dopo si slanciano al volo; in lale atto i maschi mandano delle grida acute cd aspre. Ira (piello del Pavone e quello della Gallina di Faraone; le femmine hanno una v(»ce jiiù debole e meno aspra. I boschi di pianura e le situazioni ahpianlo umide ove possono trovare delle lumache sono preferite dai Fagiani; se però l’umidità della terra è soverchia essi se ue allontanano per portarsi iu altre località più salubri. Si nutrono di semi d’ ogni S(»rta, bacche di ginepro, more, faggiuole, ribes, bacche di sambuco, semi di ginestra, nespole, vermi, formiche e loro larve, inselli e cliiocciob; d’ogni (¡nalità. Di giorno stanno per il solilo a terra, occupali a buscarsi il loro cibo e [lerciò s'inoltrano spessi» per entro alle tern; coltivale; ma non sì tosto il soie è al Iramonlo essi salgono sui grandi allx'ri ove costumano ¡»assare la notte. S ’ è ossiu’valo che secondo il tempo si ¡utsano più o imuio alto: indie Indie notti serene vanno a riposo- sui rami più alti, mentre quando ii lempo è cattivo preferiscono rimanere sui rami |iiù hassi. Assai limitala è Tinlelligeii/,a di codesti ueeelli, ma nulladimeno non sono incapaci di riconoscere le cure che si hanno per essi c del [lari ehe gli altri gallinacci smettono al([uanlo did loro naturale selvaggio c sospettoso per accostarsi alTuoiiio uou appena vi trovino il loro tornaconto. Essi acquistano una grande familiarità c vivono in buona armonia col Pollame delle nostre fattorie, (¡uando si lascino in pace c si dia loro abbondanle nulrimento; si possono anche abituare a rispondere a delermitiali gridi o (Ischi a cui uon mancano di accorrere (¡uando siano sicuri di veder [»rcmiala la loro olihedienza con qualche manata di grani a Ioim» graditi. L ’indole solitaria dei Fagiani, che li spinge a fuggire il consorzio degli altri uccelli non solo, ma quelli eziandio della sua ¡»ropria specie, si modilica ahjuanlo alT e)»oca degli amori che ha luogo d’ordinario in marzo ed in aprib;. In quesTepoca i maschi si formano intorno a sè una famiglia di quallro o ciiii|ue femmine, le quali non sì tosto sentono il bisogno di covare tornano a vivere da sole. Pel possesso delle femmine av- veng(»no talvolta dei combattimenti accanili in cui gli avversari si danno grandi colpi di becco sulla tosla c (¡ualclie volta [icrlìno s’uccidoiio; e s’è notalo che alcune femmine sono per così dire le preferite dai mascbi mentre altri; a stento Irovano un compagno. D'autunno i Fagiani, le femmine in particolare, si l’iuniscoiio nuovamente e formano talora dei piccoli stuoli i cui individui non sono legali a quanto pare clic dal bisogno eomune di [»rocurarsi il necessario sosleiitamonlo. È d’autunno altresì che I giovani d(;ITuimo pri;ndono le ponno ed i colori da adulto; prima di quest’ epoca maschi e femmine si rassomigliano, se non che i maschi hanno l'iride hianca mentre nolle foni- miiie è bruna. Si è calcolalo che i l'agiani campano da otto a dieci anni cd è certo elio in libertà molli individui raggiungono tale età se ¡»ure uon la sorpassano. Ma in iscliiaAilù la vila dei Fagiani è bone sposso alibroviala da molle malattie quasi soonosciuto, a quelli che abilano le selve; un momento critico dell’ csisli;nza di (jiiesti ueeelli è 1'o[ntoa in eui mellmio le penne lungiie della coda che suole accadere alTelà di due mesi. Le malattie ¡»rincipali a cui vanno soggetti sono la pipila, la diarrea, la voslipazione e le escrescenze o boUoni allo zampe. Non è qui il caso di dilTondermi inl(»riio alle diverse varielà che s'osser\aii(» in questa specie. Noterò solo clu; non sono j’ari gli alhinismi. l ii individuo variegato di l»ianc(» ha vissuto qualche tempo nel noslro Giardino Pul»l»IÌeo e si sa che le l'iandre erano un tempo il ¡»aesc da cui si aveva il maggi(»r mimcro di Fagiani hianehi. E pure di passaggio devo menzionare la facilità con cui il comum; Fagiano sì accoppia colle specie afiini, ii l'agiano indiano fPhasiamis lorqHalasJ, quello dell’Aliai (P/t. iiioiigo- lica.'tj l’d il verdi; del Giap[toiic (Ph. veritieolorj produceiulo doi molicci fecondi al punto che le razze pure non si possono conservare se soii tenute moscolate nollo sto.^so tratto di paoso. Codesto ¡loi-icolo diniimiisce d'alquanto allorché gli ii»dividui sono numerosi e disseminali sopra uu più largo S|»azio, poiché allora le diverse s[>ocie si accantonano oecu|»aiul(» ciascuna una parte distinta del bosco da esse abitato. Una lale facililà di produrre bastardi si è notata pure Ira il Fagiano eomune od allro speoii;, tra Olii il dorato o Targenlato; e puro di froqueiile si ebbero degli ibridi Ira il primo e le Galline, segnatamente quelle di razza nana o di Hanlam, ma in (¡uesli oasi i prodotti som» di regola inetti alla riproduzione. Degland cita [loisiiio essersi trovali in Inghilterra dogli ibridi provenienti dalTaocoppiamenlo in libertà della specie in disitorso e del Gallo di monle (Lgrnrns telri.rj.
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