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il maschio comincia a fare dei movimenli strani eoi capo e eoi corpo, come ballasse sul ramo che lo porla. Verso il mallino le slranezzc aiimcnlano c mandando grida smodate e roteando la eoda, abbassando le ali ed allungando il collo, si scuote, salta sul ramo o sui rami vicini, solleva intorno tutte le penne c fa mille bizzarre contorsioni, che finiscono quando il maschio sccso dall'albero si fa ad inseguire la femmina. In tale stalo d'esaltamento so vi lianiio altri maschi nelle vicinanze, avviene la più viva lolla che termina d’ordinario colla ¡leggio del ¡u'ù debole. Durante la sua foga amorosa il Callo eodrone mostrasi siflàltamente invasali) clic sembra non accorgersi di quanto succedo intorno ad esso od è appunto (jiieslo il solo momento in cui i cacciatori possono avvicinarlo ed ucciderlo. — Una volla fecondate le femmine si isolano dal maseliio e dalle compagne per scegliere un luogo adatto ove comporre il nido. E (¡ueslo una S(!mpliee d('¡lres- sione poco profonda nel terreno, vicino a qualche tronco annoso, ovvoru fra 1'erbe ed i cespugli, a¡)¡)cml rivestila con pochi ramoscelli secchi. Secondo Ceyer, non sempre il nido è sì ben nascosto che non venga scoperto dai eaceialori o dai taglialegna, circostanza per cui sono molto più le covate distrutte che non gli uccelli uccisi. i :o v A . — Le uova appartengono ai tipo ovato, eomune fra i Gallinacei, c misurano un'asse maggiore di 5a a 57 mili. cd uno minore di mill. 59 a 42. Il guscio n'è solidetlo, poco lucido, a pori poco visibili ad occhio nudo. La tinta fondamentale è giallo-olivacea o rossiccia, lalvolla sparsa di ¡mnleggiature nìiriiilissiine, di color caffè più 0 meno chiaro, uguali su tutto l'uovo, lalora miste a maeehielle più grandicelle rosso-sanguigne; in altre uova infine insieme a punleggialurc pulverulcnti si osservano delle chiazze irregolari sparse (¡ua c là senza distinzione di luogo. Il numero delle nova varia da « a 12, secondo l’età della madre, giaeeliè le giovani ne depongono meno delle adulte. i- u u r iA i . — Invi'io commovente è la cura colla quale la finnmina del Cedrone cova le ¡iroprie uova. Essa è così tciiaec ineiihatrice die, so¡)ratutlo negli ultimi giorni, si ¡Mi() avvicinarsi ad essa cd anche Inria dal nido e ¡-¡¡»orvela senza che se ne mostri S(!oneej-lala. Appena sbucciati i ¡micini asciugano in ¡iodio oi-e e quindi ¡lossono subito seguire la madre la quale ha per essi le ¡liù affetliiose attenzioni. Al menomo pericolo essa nc li avverte, ed allora dii qua c dii là cerea di nascondersi e cosi bene die è diffìcilissimo sco[)rirli. Gli insetti sono il pasto usuale dei piccoli Urogalli nel primi tempi di loro vita, ma ad essi aggiungono anche luniadic, ragni, vermi, ecc.; ghiotti sono immensamente delle larve di formica e la madre è tutta occupala a razzolare nei formicai per offrirne in copia ai suoi piecoli, i quali col crescere si danno |)oi a mangiare di lutto (¡uello die serve al sostentamento della genitrice. La prima livrea dei pulcini è la seguente: la testa, il collo, l’addome od il davanti dd petto d’un bianco cinereo assai chiaro, i lati dcl petto d’un gialio-nigginc piullosto vivo, mia striscia di piume bruniecc sla sulle ¡larli mediane della'testa c del collo; un’altra va dal becco all’ ocdiio c da queslo ai iati del eolio. Il groppone, le ali e la coda .sono coperto di penne rossiccio con due macdiic nerastre presso l'estremità, eeolla punta biancastra. I tarsi sono coperti d’ una pelurie brevissima e biancastra. In ¡loclic settimane sono talmente vestili di ¡leiine da ¡lolcrsetie già servire a svolazzare, l’abito ¡iroprio di ciascun sesso non lo veslono se non molto' ¡liù lardi e dopo avere subito diversi cambiamenti. All(lr(¡uamlo liaiino raggiunto metà dd loro volume 1 Galli cedroni cominciano a mettere le penne proprie deirabito da adulto le quali sono sì lente a nascere die alloppiando l’abito è compiuto hanno in pari tempo raggiunto anche il loro consueto volume. Nel lardo aulunno la giovane famiglia si divide per sessi e nella successiva primavera tulli liamio già i còsliimi degli adulli. URho IX. Gm.i.iN*. LYRURUS TETRIX LINN®. ( NlOU APPIATTITO t f L'ÜVA UVATE : T<«trao (4‘tr ix Lin IP II» te Ìp Sx S»:ii Italiimii: Hnjiiaiio (li monk —- (iall» di diuiiIp mioorr. Lombarda.- Gali <li‘ iiKJiilHjin.i FasHii ile iitonla^na. Codesto gallinaceo, forse il più bello Ira i nostrali, abita le regioni fredde dell’Europa e d d l’Asia; pereii) la Germania, la Danimarca, la Scozia, la Svezia, la Russia, non die la Siberia, sono davvero i ¡laesi in eui il Fagiano di monte può dirsi comune. Da noi esso è limitato ai luoghi più elevati delle Alpi e delle Erealpi, menlre rifugge dai paesi più meridionali. Così, al dire del Savi manca già alla Toscana ove solo accidentalmente (¡nalciino se ne mostra sulle vette della catena Apuana e, giusta il Calvi (2), non può ascriversi fra gli uccelli liguri se non in quanto coiiqiarc qualche volta sugli elevali monti die sovrastano ad Albenga. In Lomliardia doveva essere un tempo ben ¡liù frequente di (¡nello die oggi noi sia, 50¡iralntio nelle regioni montuose delle pro- vincie di Como, di Sondrio, di Bergamo e di Brescia; ma dopoché, con nostra somma rovina, si tagliarono dapperlullo le antiche selve, ed i lacci, una volta ignoti ai montanari, mossero, siccome a ragione fa osservare l'areiprele Monli (3), una guerra di totale sterminio agli abitanti dello foreste, anche il Gallo di montagna venne ridotto ad una esistenza sempre più limitala c'd incerta, di modo die solo le più remote e selvagge località di Valtellina e delle valli superiori dd Lario, verso i confini della Svizzera e del Tirolo, possono vantarsi di allicrgare costanlenieiile questa specie. Come tutti gli allri Teiraoni, il Fagiano di monte é sedenlario, sebbene si scosti lalora mollissimo dai luoglii (“he lo videro nascere. Ama le selve interrotte da bru- gliiere, ove siano acque, anche stagnanti, c piuttosto die rintanarsi nel fitto d(‘i hosehi d'alto l'usto, ricerca i sili a¡)erl¡ e (•es¡)iiglios¡; sopralullo predilige la vicinanza (lei faggi, delie hetiillc dei iiocciiioli, dei ¡lini e degli abeti, delle cui gemme .si nutre e di cui l'oi’uia il ¡)rinci¡)alc suo soslenlamenlo, a cui siqipliscc airoccorroiiza eon haeehe, grani e semi di ¡liù sorta c con insetti. lri’e([iiieto assai, non cessa tuttavia dall'essere, corno gli altri gallinacei, d’ indole abbastanza socievole, ¡ler cui, dove ia specie é eomimo, s’ incontra, scorsa l'epoca della ri¡)roduzioiie, di preferenza in ¡liocoli liraiidii erranti, guidali solo dal bisogno di cercarsi il nulrimenlo. Agile alla corsa, va dolalo altresì di mi volo ra¡iido, leggero e, se oecori’c, sostenuto per lungo li'inpo. Il lato ¡liù rimarehevole dei costumi dcl Fagiano di inolile é quello che concerne la sua riproduzione. In ciò egli ha molla rassomiglianza eoli’ Urogallo (Teirao aro- (1) Savi Paolo. — Ornitologia toscana, lom. II. pag. 180. (2) Calvi Girolamo. — Calalogo d'Ornitologia di Genova. Genova 1828, pag. 0». (3) Manti Maurizio. — Calalogo s notisie compendiose degli nceeili di stastone e di passaggio nella città, provincia e diocesi di Como. Como 18W, pag. 29. (4) La predilezione del Gallo di monte per le betulle è lale che gli ha fatio dare presso i popoli del nord il nome di Birkhan 9 Gallo delle beiulle (da Birke, betulla).


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