i f - 1 liuliaim ; I n'gallii. — (lallii Coirono. l .o w M o ! (iiill Sodnm. — Tozzo. — Slorg. — Stolg. E (|ucslo 111)0 (lei più grossi uccelli del nostro paese o degno di figurare alla testa d('i tìallinacei incoli della |iai'((; di nioiido da noi aliitata. L ji sua patria è a.ssai estesa giacché occupa (piasi tulla l'Europa c l’Asia settentrionale. Da noi doveva essere una \olta nioilo più fre(juentc che adesso noi sia c ciò per la distruzione enorme clic s’ò l'atta (Iella selvaggina non solo, ma anehc delle ioreslc ove trovava alimeiilo c sicuro riiugio. Il .Monti già lin dal IS45 lo diee molto raro nel Comasco cd infatti il prenderne si pu() dire un mero accidente 'l'ultavia trovansene ancora (¡ua e là ne’ |)iù solitari luoglii delle Al|ii italiane e la nostra I.ombardia lo possiede sui monli più alti (lellii provincia di Como, Bergamo, Brescia e Sondrio, massime presso Bormio ove se ne trovano i nidi. Da una nota dei signori Lessona c Sah adori rilevo che sulle alpi del l*iemonl(' e del Veronese incontrasi ancora non raramente; ncH’ inveriio del 18(>9 furono presi 17 Calli cedroni in una volla nella valle d'Aosta Eiù numeroso si fa nel Tii'olo italiano ove nidifica di fre(|uenle. Il Callo cedrone pone sua stanza unicamente ove sianvi foreste estese e d'alto fusto; preferisce (pielle a foglie sempre verdi e poste in montagna dove, a pari condizioni, trova maggiore sicurezza; ivi si stabilisce nelle località cespugliose attraversale da ruscelli e torrenti c dove l'acipia im[ialmln. Dal lungo prescelto poco si scosta, ma quando la neve lo costringe, si |H)rla più in ba.>iso a buscarsi il cibo. Talora nel verno passa settimane intiere sugli alberi miircndosi delle loro foglie resinose. Sugli alberi, a melà altezza si recano pure gli Erogalli a passare la notte; ne discendono poi la mattina c passano tutta la giornata a terra, non levando il volo che nel caso d'una sorpresa. Cibasi (¡uesla specie di gomme d’alberi, foglie, frulli dc'i rovi, dei mirtilli e d'altre {»¡ante baccifere, semi, trifoglio ed inselli d’ogni sorta. Il maschio in primavera è meno diflieile clic non ia femmina nella scelta del cibo e si accontenta delle foglie degli abeti e dei pini. Da ciò forse dijieiKle rcssei’c la carne d(‘i imischio adulto ligliosa e (piasi immangiabile, mentre (piella delle femmine e più ancora quella doi giovani, è saporita e delicata. Ma ci('i che ha roso colobre questo gallinaceo, non solo presso i naturalisti, ma anohe presso i semplici cacciatori, sono i suoi costumi nel tempo degli amori. Il maschio mostrasi lìn dai ¡iriini hci giorni di marzo, bcncliè la neve sia ancora alla nei monli, sommamente eccitato e fa i-isonare la foresta colle sue grida amorose. In marzo duiKjue ed in afirile, secondo i paesi, eomineiano gli Urogalli a darsi convegno alla sera sopra [lendii ri\olli a levante; lanlo i maselii che le femmine vanno a ¡tosarsi sugli allieri, (pieste vanno silenziose e (¡nelli mamlamlo grugniti ¡larticolari; in ¡»ari lempo le ili quesU uccelli od 6 dalla Svizzera che i signori fralellì ( I) DilTiril,. i i! prorurarsi da noi le rovii Turali poterono a va <■ piilrini per lu loro siii|ieiiila racciilia. (S) Hreliin K. — l.a lila degli nniiwnii, vol. IV, pag. 327. — Trad, dcl pror. G Branca. ■
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