a F 'i l.'eiiiigl'a/.ioiie d(‘Ì (à>loiid):u*oi verso le spiaggie afrieaiu' si eoiiipic' la'golai'iiM'nlt' e senza disUirl>i se I’ alinoslera è (piiela, ma se i \enli insorgono eonirarii (piamlo ah- hiano impresa ia traversata vengono precipitati in mare ehe gremiscono dei loro ca- l^daveri. Non lutti però anche in <(iiesto dillieili' Ìrangenle lasciano la vita, ehè lalinii lasciandosi lras))orlai’e dal vimto eereano guadagnare le |)iii alti' regioni delTalniosfera e possono dirigersi e loeeare la lerra Imprendono remigrazione a piccole truppe e d’inveimo nelle località ove soggiornano tli |)referenza eome Froveiizii, Spagini e iiord- Afriea ronnano delle truppe sì numerose e compatte da oscurarne il sole W. Preso adulto il Colondiaeeio, vive in galdiia (pialora gliela si eoneeda s|iaziosa ; però non si può addomesticarlo, heelislein osserva ehe i Coloitdiaeei pi'csi adulti bisogna iniheeearli al pari dei |iieeolÌ perchè si riliiilano di niangian'. Insogna inoltre che alU'vando dei (adomhaeei d:i nido impedendo loro di emigrare e tenendoli al caldo nel verno si aliilnano poi ad abitare le pieeioiiaje W. .\IIMK —- Verso la metà di aprile si trova il maggior mmierii di nidi di (piesla sjx’cie, clic sono eosiruili sempre sugli alheri, speei!dmenl(‘ Lecci, Ouereie o talvadiii anche Conirere. In quest'ultimo caso ii nido è contesto di ramoscelli di (piesli tilheri. 11 tronco deiraihero d'un lato ap|>oggia il nido e dne o ¡lin rami grossi lo raccolgono fra le loro hranehc. Devonsi considerare eome (‘eeozioni i nidi di Coloinhaeeio contesti sulle vili eome accadde di osservare lU'I 1S(>4 in nn giardino di Milano, e (jnelli ehe si ti'ovano sul Duomo della stessa eillà. Onesti nidi (piaiiliimpie ahhiano una piccola concavità si devono ritenere come ap- pai’lenenti agli appiattiti. Sono contesti (li ramoscelli e radici disposte l'una sull’ altra eon poca solidità di connessione. Li eseremenli ehe ì ¡Niccoli vi depositano servono a renderlo piò solido. I diametri del nido sono (piasi sempre di 18 o 20 eenlim., c l'altezza di 8 o IO eentim. 1 4»VA. — 11 nido del Cidondiaecio non rieella clic duo s(de uova, le (piali d'ordinario vengono deposle verso il maggio. Sono liianehe, lisce, lucide, di forma ovale e variano alqnanlo nelle dimensioni. Più coimmcmente hanno 1' asso maggiori» di 38 o 40 millimetri e l'asse minore di 28 o 30 millimelri. — Pii eop[tia si seamliia sul nido a covare o si divide (“(piamente r a l levamenlo dei pieeoli. Onesta speeie però ha lale nna dilìidenza ehe non solo abbandona il nido (piando m' venga sturbala la costruzione , ma dimentica I' al'fi'llo ))er la prole nè più di essa se ne cura (piando venga sorpresa menlre cova. Accadde di forila » la fenimiiia sul nido e di vedere il maseliio do[)o iioclie ore sostituirla iicH’ nllicio d'ineuhanle e rimanere sul nido lino al seguente mattino, ma vedendosi solo decidersi linaiinenle ad alihandonarlo. 1 |iiilcini sono inleraiiumlc rivestiti di setole nule, limglu“, sottili di eolor giallo di paglia (piando nascono. Le loro prime piume però sono fnlvo-osenre sul braccio, fulvo rnss(‘ggianti sul pollo, cineree sul ea|)o. Lo specchio delle ali non è allora bianco ma hianeaslro, le remiganti sono mollo useuia', il gro|q>one è cenerino. •s de la France. Marseille 1S59. ) Raclislein. ilanuil de t'Amateur des Oiseaux de VflWic traduit do l’allcmaiid. Hruxelles 1838. CÜJ UMRA LIVIA AUCT. (MDO AI’PIAniT'i)) l i \ i u Atidoruin u.v Briss. -- U . «■■llu« Limi. — 4 ', < lo n iO « l Ì r n Gml. I ln t im i o ! l’ici’iolK'. — PicciOIIP IdlTiljlKlIo - - l'itcionC fli l'IKXa. Lmubnr.U,: l’ivioilll. — l’ilòrlll. — PiÌ\Ì(MI, — CulolUll. - PiSÓll. Il Piccione comune è sparso in lutla (pianta l'Europa, ove si rinviene selvaggio, scmilihero c domestico. In Lombardia è uccello volgarissimo, ma non forma soggetto di enre speciali e studiose da parte de’ coltivatori. Si trova sulle chiese, sulle alle torri, in alcuni Inoglii scoscesi dei monli, od altrctsi raccolto in piecionajc che per solilo si pongono nella parte più elevala delle case campestri. E di eoslumi sociali cd è per questo clic lino dalla più remota antichità venne addomesticalo. Per farsi un’ idea della sua sociabilità basta osservare i Piccioni dei nostri edilizi, i quali convolano in torme più o meno numerose alla ricerca dcl cibo, operazione che fanno ad intervalli di lempo costanti, e che nidilicano gli uni accanto agli altri. Si nutrono di semi ed hi certe località anche di piccole lumache. Tollera digiuni lunghissimi, cd in prova di ciò si potrebbero raccogliere storielle più o meno iiUcressanli. Il volo di questa specie è pesante e romoroso, ma sostenuto e ben dirotto. Tollera il Gheppio che trova ospitalo sollo il medesimo tetto, ed è (pieslo oramai un fallo accertalo sul quale sarebbero vane ie discussioni. La tubazione gli serve anelic di grido d’amore, ed infalli noi vediamo il maseliio, tubando caracollare intorno alla femmina per invitarla all’amplesso. In lali cara(*olla- menti, assume un fare grottesco die invano la penna si sforzerebbe di fraltcggiarc ; solo mi limiterò ad indicare che tubando si alza sulla pillila dei piedi, scuole c distende le penne della coda, rendendola convessa ed abbassala al suolo, e talora innalza le pennuccie di tutto quanto il corpo, spceialmenle quelle dcl capo, quando questo sia ornato di ciufl’o. Veniamo oi’a airorigine delie razze domestiche le quali quantunque possano difl'c- renziarsi tra loro per caratteri di grande Importanza, i naturalisti opinano derivare dalla C. livia essendo in ciò d’ o])iniono diainclralincnle opposta a quella dei coltivatori. Ad ammettere che le razze più disparate derivino da specie diverse, si oppongono una folla di considerazioni di grande valore dj. Una delle più imporlaiili, si è quella che sarebbe necessario ammellerc la completa addomcslicazionc, dalla più remota antichità d’almcno selle specie, cosa assai inverosimile e per la somma dillieollà clic si sarebbe dovuto inconlrare, c perchè dovendo esser lutle specie rupicole, è impossibile che tutte si siano spente o meno ancoi’a, che vivendo, siano Intlora ignote ai naliiralisli, ai ([uali non avrebbero potuto sfuggire inosservate p(»r la loro taglia. I pochi l ’iccioni riqiicoli che ora si conoscono all'iiifuori della livia, non prcsetiUiiio (1) Darwin. Origine des cspfcei. Trad. Cl. Rover. — l’aiis, 18B2, vedi pag. 'li i) seguenvi.
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