Quadro d e lle sp e c ie di c a p r i d i u l g i d ì e proprie a lla Lombardia. Caprimulgiaæ Gen. 1630. Caprimulgus Lin. curopxus Lin. comune, emigra — nidifra. Confronto s ta tis tic o eo li’a v ifa n n a eiu'opea. di Caprimulfgidue proi>ri«5 all'IIturopa e loro nonio C'uprimulif. propri«« alla Lonibardiu IVlRtriUuziouo dolio «-iiocio Maropa I„oml>ai-d. 1. Caprimulgus europmus Linn. 1 Puilnrj^inic 0 0 2. » ruficollis Temm. .Egotliplìnar 0 0 \\cllbiinac 0 0 (iapriniulgiiiac 2 1 . . " , 0)11,u III. I'aSSFKRS. (Mill) Ari'IAiTIT(l) Fam. Caprimulcid.p. CAPRIMULGUS EUROP/EUS LINNÉ. (UOVA OVALI) «■ „p r im u la ; ............ - , , . l s „ r i » Virili _ C a p r . p „ „ r t „ | , , „ M , , . VV„|r, II,.li.,,,,: SKtiataprt i| _ Notloloie. laghiottiratp. - Pìaltajoae. Tcttavaccb. — Teltacaver, — Piacaran. — Scarpasciatt, — Boccasch. Il Niilliiliiiii, aliilii (|iiasi mila Europa i>, soconilo (Ira.ssnor, anrlic jjrari parlo ilel- I :\.sia V ili'll Airica. Ila noi ò sprrro colmino, sohlicllo min filazloiiaria; monlro arriva (Inpn la motà di aprile por ani o riparlo alla (ino di agosto; so no vedono però aioimi anello in soltomliro o porlimi in nllnliro. Questo iiooello sla nasooslo duranle il giiirmi, essendo animale crepuscolare. Noi infalli lo scorgiamo svolaz/aro laido alla mallina prima dcl levare dcl solo, i|uaiilo al Iramonlo, c so la mille c mollo cliiara pi-oliniga a.ssai il lempo di sua allivilà. Non vola a lorinc nè pcrfcllameiilc solilario; alzasi al disopra dei liosclil e geilcralmimlc nelle, grandi spianale sgomlire da alliei'i, amando dl preferenza ic lirugÌiicrc. Usuo volo c Ionio, piano c leggiero più di (pialnni|ue alira specie d’necello iiidiiicaide in L(iii)l>ai'iii:i. La sua bocca, a cui fanno siepe rigide setole, lia uno stpinrcio amplissimo, ciò clic gli rende laeile il pigliare, volamlo, insetti, come farfalle notlurm; e coleotteri, i (|uali incappali clic siano nella viscosità buccalc, non pos.sono più sfuggirgli. Di solito, alior- chc ha pigliato un grosso insetto, vola a terra per divorarlo. I Geotrupes vengono dal Succiacapre inglùotlili interi, c la sua digestione ad onta delia enorme ipiaiilità di ciiio di cui si nulre, si cITeltua prestamente. Qucsli uccelli gridano piullosfoelic veramente cantare, mentre le loro note sono disaggradcNoli; la femmina manda aucli’essa delle voci .simifi a (pielle del maschio ma meno forti ed eulraiiihi le emellono ahiiualmenle standosi sopra rami secchi. La eanie di (piesto utilissimo uccidlo è Imoiia specialmente alla (ine di agosto in cui è molto grasso. Da noi si u.mi poco mangiarne ma \arj aulori d'olir'alpe dieliiaraiio che nei loro pai'si (‘ eiho piullosto eoimme. Dre.so adullo (piesl’uec(‘llo o (piasi impossibile ahilnarlo alla prigionia (-). A l i l o . Nessuna industria, nessuna fatica, nessuna cura ado[>era il ¡Nottolone per adagiare le proprie uova, tranne (piella di cercare sul U‘rreno delie hrughiere uno (U I nomi volgari di queslo uccello aiicsiano un comunissimo errore dio irova la sua spicgaziono e nei eoslumi dell’uccello slesso di CUI leugo parola e »olla perMia ignoranza in cui gcneralmcnio sono i villici e le gemi volgari delle più ovvie cognizioni di ilsica Inseiuvoru per eeeollenza, è ovvio il compremlerc come il Noitoloiic si aggiri prcfuribilmenle iniorno alle mandrie presso lo quali fanno dimora molli inselli c speciaimenle Diiieri, Cnleoileri coprcf.igi o sicreobii; la qual eireoslanza uiiila alla smania di spiegar quello die di fallo min si comprende e di volgcie al meraviglioso i falli più comuni dio in lai caso si credono di preferenza dio non la verilà, liaiino fallo nascere, e poscia sancire con bugiarde icsiimoiiiatize di falli male iiiierpreiaii nno sciocco pregiudizio che dii sa di lUica lieve respingere a pi ieri. Come infalti un’ uccello privo di labbra carnose necessarie a far il vuoto potrebbe poppate? Dispenso Il lellore dalla noja die gliene verrebbe al trovare qui riporlale vario Icslimniiianze di villici, i quali asseriscono d’aver veduto il Noiiuloiie poppare, quando conscicnziusamcmc essi non poirebbero asserii lo. Meglio avvisarono i francesi accordando a quesl’uccello li nome di iiigoulaeni. il quale iradoiio pnirebbo egregiamoiiie sosiiiuiro nel nostro idioma il nomo di Succiacapre applicatogli male a proposilo. li non sembra clic il Nullolone iiifaiii vidondo a bocca apena si avvisi di ingtiioilire il venlu? (2) La caccia dcll'liighiullivemo 6 dimoile di giorno, poiché la sua presenza nei cespugli o nei boschi, nei cavi irondii o nelle tane di rado ci puO essere avvertita in causa dell.i sua immoliililà. l’asspiidogli vicino pcrfl esso vedo ancorcliè di giorno, e o so n« sia quaiio nel suo naseoiidiglio o pensa a eercai’seiie prestainoiiio uii allro più sicuro c didìdle ad essere spino, Per pigliare queslo uccello il niigliov mezzo si é di aitonderln verso sera in Ioealilà adalle. Il cacciatore appostasi nella brughiera e vi si mantiene immobile; quando lo vede pass.aro lo atterra. Nelle teli si piglia di rado e solo all’epoca ilcH'eniigrazionc; so nc trovano anche nei giardini al lempo dcl loio arrivo ira noi, ed anclie poco prima che ci lascino per poriarsi in p.aesi più mili a svernare. Sembra che fra gli albori alcuni ne prediligano, o spccialiuenio i più alli, sui guali d’ordinario si posano; gli abbandonano momoniancamcnto < ma poi VI fanno rilorno. ' inseguiti.
Lade 5f 10-1
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