— IO — .lolla loro slia, s’ iii<|iiiclano, ,lo|)orisco,io, c poiTÌ,', sposso anello inoojono. Gli llcoolll poi olio usano im- prcmlcro I loro viaggi (li iiollc, appiinCo noli' ore uolluroc oli in coi sploiulo la luna, aiuuoulauo la loro irrc<|iiielczz;». Mollissimi neiromigrorc viaggiano a Irnppo, lo (piali, corno ossoi va T cm m i iu kO iu n i si compongono, aluicuo uolla pluralilà (lei oasi, elio (Il in d iiid u i d 'u n a luodosilua o l i . Ciò arcade porolu'i v ' Ila fra gli adiilli 0(1 i giovani una difrorouaa uoil'opura (lolla mula dolio pollilo, elio poruu'Ito ai pi Im i (li spiugoivi più in là olio non ai giovani. Nola aiiclic olio (piosii ultimi oooupaiio, giuiili In luogo, dolio luoalilà lioii diverso (la (picllo in cui si trovami li adulli. Infalti i giovani non polcndu riprodursi riiiuii/.iauo ai luuglii olTrciiti comodi por la iiiililioar.iouc, (la dove lioii anco dai vocolii vougoiio scacciali. Gli Urcolli ao(pia- l ic l noi loro viaggi seguono il corso (lolle acquo c si avanzano coiilro al ion io. Quelli elio oinigrauo volando si Icngoùo ordinariamcnlo in regioni elei alo dol|-almosiora o |iross'a poco all'isicssa disianza (lai suolo. S ’abbassano perciò nell’ aliraversare le valli, si alzano por sor\ olare alle ealene di munii. I.c perturbazioni atmosferiche gli obbligano ad abbassarsi, le piogge li formano. I venti gagliaiali c con- Irar ii alle direzioni che prendono gli Uccelli lU'H aria, ritardano le emigrazioni, c se pel loro troppo dii- rare gli Uccelli sono obbligati a riprendere c proseguire il loro viaggio arrivano in luogo sbandati c spesso decimali. Sul modo di prendere mitrimenlo viaggiando mi limiterò a citare degli esempi. Le Rondini {Uiritn- dinidae) ch’usano di prendere gli inselli volando, eonlinuano (pieslo loro cosUimc anclie n ell’emigrarc. Altri si fermano a corcarli al suolo o sulli alberi; alcuni ac(|ualici si danno alla pesca volando, a lt r i , che seguono il corso deli'acqua e percorrono nuotando molto spazio, pensano pure a nnirirsi, cercando o animali o erbe ncU’acqua. i , ‘operazionc di prender cibo nel viaggiare per tulli gli Uccelli non li obbliga a far lungo soggiorno in alcun luogo. I viaggi Inngliissiini, stancano gli Uccelli e gli afl’alicano, per cui arrivano alla lor mela macilenti c stanchi, mentre all cpoca della partenza erano lloridi e grassi. Lo Rondini nelh; traversale del mare domandano riposo c ricetto ai haslimcnli, le Quaglie alle spiaggic, c là IroÀano spesso in cambio del- r ospitalità la morte. K pel bisogno di riprodursi che gli Uccelli sviluppano in dato e|K)che il loro istinto di fabbricare il nido, istinto che si perfeziona spesso colla maggiore esperienza c per le risorse inlellellive. Questo si trac dietro quel scnlimenlo tanto sublimo, l’afl'ollo materno, d ie la natura sembra aver dato in retaggio ai soli vertebrali superiori. Sappiamo però d’aicnnì pesci, fra ì (|iiali i Gasteroslcus, che fabbricano un nido por le loro nova e le proteggono in modo speciale. In generale però i vcr ie luati a sangue freddo non dovendo covare, non possono provare affetto materno ed è per questo appunto negalo a tu lli gli animali che hanno comune il carattere della bassa lenqieralura del sangue. I‘cr limitarmi ad un esempio di animali inferiori eh’ hanno invece cura dei loro nati, dirò che fra gli inselli le F o r fcu le proteggono della persona la loro prole. Nell’ epoca degli amori la livrea degli Uccelli, ad anminziai'C una maggiore attività d'organismo, si veste di insolita pompa. Molte specie, anzi il maggior numero di esse, sono monogame, vivono o a coppie isolate 0 a truppe in cui le coppie poi ò si riconoscono, di raro si appajano c si separano dalli altri solo pel tempo in cui dura l ’epoca degli amori. I maschi arricchiscono in la i ’ epoca la loro voce di un vero canto, o se dapprima erano muli vociferano diversamente. L a femmina viene sovente ajulala c nella fabbricazione del nido e nella covatura c nella milrizione dei pulcini. !/amoro di madre costa molle ini|uiclni!ini c molli timori, perclic la tenera prole incontra mille pericoli che a lei d c iiva e dalia vivacità degli animali e dai disturbi che le arreca l’ uomo. Vengono dalle madri guidali e sorretti i primi voli dei piccoli, e perciò fare alcune specie ve li addestrano adescandoli da lontano col cibo. Sturbali i piccini quando dopo pochi giorni s[)onlaiieamenle uscirebbero dal nido, nc saltano fuori e le nuidri o li abbandonano o li nulron per terra. (1) Teuuinck. Manuel d'Oraitliologie ou tableau sijilematigiie des Oìecanx Que se Irouvmt en Unrope. Paiis, 1820. — 11 — Una specie, il Cuculo {Cnculus canoriis L. ) non fa nido, ed obbedendo alle esigenze del suo organismo non cova lo uova, che affida a madri adottive; alle quali poi toglie i piccoli allorché loro apprende l’arto di emigrare. Convivono con ingente numero di femmine i maschi poligami, c su queste esorcilaiio la potenza di assoluti padroni, né le ajulano nel difficile incarico della maternità, ma lasciano ad esse tulle le cure forse meno scabrose che per le femmine dei monogami perché i loro pulcini (Prnecoces) sanno tosto cercarsi il nutrimento. Anche in alcuni, d'ordinario monogami, accade di incontrare ima poligamia eccezionale, rislrcltis- sima c affatto dissimile dalla precedente. Consiste questa nella proprietà d i ' hanno alcuni muschi di amo- rc" '" ia rc con varie femmine che riconosce ed ajula, e clic fra loro lontane sono inconscie della loro reciproca rivalità. Faccio ora succedere alcuni brevi cenni generali sul mili'imento e L'coolli che hanno rappresentanti in Lombardia i>). ali coslnmi dei varii ordini di S uM rm is I, A L T R IC R S . Orilo II. Sono dotati i rapaci di squisitezza di sensi, di straordinaria potenza di volo, di artigli c di becco formidabili. Hanno colla loro oiganizzazione spiegalo c scusalo l ’ istinto che ne fa degli animali arditi e feroci. L a maggior parte di essi non è avida che di carni jialpilanli (ad esempio le Aquilinac) altri (VvLTLiunu;) mangiano di preferenza eai'ne putrefalla, altri ancora mischiano al loro alimento crcofago, qualche insetto (F.\i.comd.\f.) c ve ne ha mio che quasi cschisivainente si pasce di imenotleri. Se tulli (picsti predano durante il giorno ve nc sono altri (Snucm.vE) che non compiono le loro slra" i se non nella notte. Sono cpiesti dolati di mia higulire mollezza di piume, destinate a non inicr- rompere perciò il silenzio della notte. Mentre i primi volano anche a miraliìli altezze, gli ultimi volano basso. Pe r mangiare, i rapaci strappano le carni a larghi pezzi c le ingliioltono anche col [lelo o colle penne che poi rigcUiino sotto forma di |iailoloiinc. Bevono poco. Nessun ra[iacc è cantatore. 1 diurni volano con grida fesse ed nenie, Io c iv cl lc con suoni lugubri c bassi. Le Aquile (.■/quillnae) nidificano sulle roccie più scoscese c sulli alberi più elevali delle alpi. I Falcili {Falcanincie) sulle alle torri o sulle ru|)i c sugli albori, anche in [liamira. L e Civ c llc (Stkicidae) fra le macerie degli ediilzi o nei cavi dei tronchi. Hanno In l l i i rapaci gran cura dei loro [liccoli c le specie grosse si fanno Icr ri iiili (pialoru vengono sturbate nel loro ministero materno. Sono tu lli monogami. Pochi emigrano. Orde IH. ■»«•.M-i'C!*. Di varia natura sono gli alinienti d ie servono alli Uccelli di »picsl’ordine. Taluni non si cibano d ie di insetti, altri di grano. I,'cnlomofagismo però é il genere d ’ alimentazione più sparso e |>iù eonuinc nei Passeri perché andic gli Uccelli delti granivori distruggono nn gran numero di insetti, principahiu'nle nel tempo dedicato alla niilrizione della prole. In <|iieslo teiii|)o la è quella di C. Ira () diepoala cc Ji l’auliirc (li fatacno argiiacc u a|iulo(ria(iG
Lade 5f 10-1
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