fame. Riordinansi allora di boi nuovo, accovacciandosi strolli 1 'uno all allro , onde goilcre del boneiico calore e della proiezione della madre. S|iesso si è osservalo che nel primo giorno della nascila non vengono mitrili. A deporre gli escrementi, lino dalla prima età usano i [liecoli di rinculare Imo a toccare i margini del i i iS o , dal (piale lasciali cadere le feci. Se avviene però clic la feccia sporeld il nido, è cura dei gciiiloi i di rijiiilirlo, al »piale uopo si giovano del becco. Alcuno specie, (lortaiio gli csciemeiili lontano dal nido onde non lasciare tracce. Pociic specie si prendono cura di ripulire i loro nidi. Se la maggior parte dei pulcini si lascia toccare dall' uomo od anche imbeccare senza uscire da! nido, toccali o menomamente sturbali verso il ipiindicesimo giorno della loro vita oslraovanca, escono dal covo e saltellano sbandali sul lerreiio, ove alcune specie vengono im lr ilc dagli stessi loro genitori, mentre quasi tulle le altre non scampano a tale grave frangente. Anche inori del nido, c già capaci di procurai-si il cibo c di volare, i giovani uccelli cercano di farsi imbeccare dai parenti. l Precoci, qnnnlnnque capaci di nutrirsi da sò, non fanno a mono delle cure materne, c ne abbiamo nn comune esempio nella Chioccia, d ie al sopravvenir d’ un pericolo, cliiama a se i pulcini, c loro fa scudo raccogliendoli al pollo e lenendo su di ossi distese le ali. Frequentemente i pulcini si lasciano imbeccare nel loro nido anche da un’ altra specie di uccello che non sia la loro ; un esempio V abhlamo in natura nel Cuculo, che confida a madri adottive i suoi pulcini, e queste anziché disfarsi d 'im ospite impoiiimo clic tornerà fatale alla loro vera prole, con cura adempiono all’ incarico loro aflidalo, lalclié facendosi vere madri della prole altrui, divengono matrigne per la propria. Nell’ economia domestica si trae prollllo da »picsla facilità che hanno molle specie di covare uova non proprie c di adottarne i pulcini, e ciascuno sa che si danno spesso alle Chioccio cd alle Dindie uova di Anitre, di Faraone, di Fagiana o di Galline meno buone co v a tr ic i, c quasi sempre con ollinio risultalo. Da varii esperimenti falli s’ é potuto vedere che tulle le Silv ie si lasciano allevare dalle Rondini, I’ Usignolo dalla Capinera e viceversa. i l nutrimento primo delle specie rapaci è una preda sanguinolenta, spesso sbranala dai genitori sul nido stesso e distribuita a minuzzoli fra la poco numerosa prole. Accade però di osservare che molle specie uniscono a questo alimento anche degli inselli e più raramente dei molluschi. Esclusivo invece per gli uccelli, clic adulti saranno ii is c l l ivo r i , é F alimento entomologico, che in gran parte costituisce quello di molle specie che diverranno poi granìvore. Queste ultime, quando ammaniscono ai piccoli del grano, dapprima Io lasciano stazionare nell’ ingluvie. E un curioso spettacolo quello che presenta la Tortora del collare (T’i ir iiir risomi, Briss.) ch e, allargale le fauci, attende clic il becco dei suoi pulcini peschi il cibo fin entro al suo gozzo; e questi lo fanno con tanta procacità, che talora la soffocano. I genitori però non s’ accontentano di provvedere al milrimcnlo dei p ic co li, ma li attorniano di cure speciali e di sorveglianza vigile, »piando questi, già fatti capaci a reggersi colle ali, titubano perplessi suH’orlo del nido, desiosi di provarsi a questo nuovo cimento, ma incerti c paurosi nel farlo. È allora che dai rami vicini al nido li vanno chiamando, c li adescano da lungi col cibo. 1 imicini imprendono i primi voli dal nido al ramo più vicino su cui saltellano a lungo, linché mano mano resi fidenti nelle proprie forze, tentano un secondo vo lo , poi im terzo, ma a brevi intervalli, raggiungendo il nido noi quale, avendo vissuto sicuri per tanto tempo, riconoscono un rifugio. Quando però le prime titubanze sono superale, »piando le ali hanno già dato buona prova, i piccoli, riuniti, svolazzano coi genitori per (|ualclic tempo. Taluni lino a quando giunge l’epoca »remigrare, altri lin oltre a qucst'tqioca. Pochi pulcini emettono voci simili a quelle da ricliiamo dei loro genitori. Era necessario clic in »piesl'0[»cra, scopo [uccipiio della quale è di studiare profondamente, per quanto sia possibile, la propagazione degli U c ce lli, io stendessi qualche generalità sui nidi, sulle uova, sui pulcini. Forse col poco che ne dissi avrò lascialo in alcuno de' mici lettori desiderio di più estesi ragguagli, massimo rapporto ai |)ulcini ; ma essendo questo argomento assai difficile, c fors’anco Iroppo nuovo, chiedo indulgente il loro giudizio. C.AIMTOLO OliAIiTO. DEI COSTUMI D E G L I U C C E L L I D I L OM B A R D IA IN G E N E R A L E E L O R O D IS T R I I3 U Z 1 0 N E G E O G R A F IC A . I . In due grandi fasi si »listingnc la vi la degli animali. L 'u n a di esse si spende per la imli izionc, l ’aUia per attendere alla jierpctnaziouc »hdia specie. Ora noi passeremo a studiare nella loro generalità questi due ordini di atti vitali negli Uccelli. Por allcndero alla milriziono e con ciò ubbidire all’organismo che diversanicnlc foggialo comanda all'animale di scegliere piuttosto l’uno che F allro dei tanti prodotti che possono servire di cibo, di cui 10 circonda la natura, esso dispone c dei sensi e »li »piasi tulle le sue facoltà. Da ciò deiàva la diversità di costumi fra le varie specie, la <|uasi costante identità di essi per quelli della stessa specie, c la certa quale rassomiglianza d ie si riscontra fra le diverse apparlenenli allo stesso aggriqipainciilo generico. Questa rassomiglianza si può estendere anehc per le famigli»; naturali ed in qualche tratto ri|ielerc anche neali ordini. Non tulli gli alti che coneomilaiio a favorire l 'a l to della nutrizione o nc derivano sono istintivi, ma ve ne ha una serie variabile di intellettivi suggeriti dalF opporlmiità. L ’ intelligenza si aiiinenla allo stalo domestico perché il divario delle eondizloid moltiplica le occasioni favorevoli a svilupparla. L'emigrazione dclli Uccelli, qiiaiilumpie dubbia cd oscura su molti punti della sua inler- prclazione, dipende cortamenle in maggior grado dal bisogno di cercare 1’ alimento che diminuisce o manca affallo in una data regione mentre abbonda in un altra nel! isicssa ci>oca. L a ragione per cui si trovano in tanta indecisione gli autori nello stabilire le cause dell' emigrazione sta forse in ciò d io si manca di attribuirla aH'azionc concomilanlc di tulle le cause separatamente esposte dagli autori stessi. K pci ciò clic alcuni Uccelli imprendono le loro emigrazioni assai prima d ie ¡1 cibo loro faccia difetto o che il bisogno »li vivere in un dima più adatto ve li spinga, perché la lempeiaUira è loro ancora favorevole. Notasi altresì come causa d ’emigrazione la potestà d ie hanno molti Uccelli di divinare islin- livamenlc le vicende alinosferidic che turberanno un dato paese. Il promainro passaggio d’alcunc S(ic- cic, ad esempio, indica maggiori rigori invernali. Brclim vitldc nel por la neve impedito l’ arrivo d'alcune Sgìviae in Germania, ed elTclUiarsi 11 loro passaggio più al sud. nel mentre in Francia passarono specie d ie ahiliialmenlc si recano [liù al nord. Il Becco in croce {f.o-xia curvirnsira Limi.) nel 1818 si vidde ili giugno comparire nel centro d ’ F.uropa ove le condizioni aliuosforidiR permisero la fruttificazione del [lino che non era accaduta al nord. Anche (picsF ulliiiio esempio serve a provare »|iiaiila parte d'imporlanza abbia ralimenlazione nel determinare gli Uccelli ad emigrare. Terrò conto anche dell'opinione di chi asserisce esser causa d'emigrazione per molto specie il lii- sogno dTiiia temperatura elevala, perché presentano od hanno incominciato il lavorio fisiologico d’ una nuova mula di jicnne. Notasi che »piesl’allo istintivo si fa sciilire tanto prcpolenlcmenlo in ispecial modo in »pielle specie a emigrazione dcterniiiiata c ¡leriodica, eh’ esse prigioniere c circondale »Fogni comodo, si dibattono
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