1 ii i i.il; chio, se l’oreccliio csopcitalo non siiposso (lisliniiiicro il oanlo di questi uccelli da quello dell’Averla, che per essere tanto variato non cessa tuttavia d’essere» tutl’ altro ehe piacevole'. All’epoea dciili amori non è raro il vedere sui rami seeehi di alte que'reie due Averle in faccia l’ una all'alira fare movimenli strani e perfetlamenU» identici, abbassare ed alzare il collo, quindi eolia testa in alto toccarsi a vicenda col heeeo, facendo sentire nel tnedesiino te'iiqm dei suoni curiosi. La carne di queste Averle è cattiva e perciò tutt'altro clic ricercata. Del resto la caccia è resa piuttosto dilììcile perche essendo alquanto selvagge non lasciano a|q>ros- simare il cacciatore cd anche i giovani a grande stento si possono avvieinare imitando il loro secondo richiamo; dippiù quando comincia da noi i) permesso di eaeeia non se ne vedono più se non poelii individui. Presa giovine la Capìrossa è dilììcile da allevare, ma molto più se vien pre'sn adulta; onde ottenere di conservarla in vita sarebbe ni'cessario accordargli mio spazio grande onde possa godere più eh’è possibile dell'aria aperta e dargli da mangiare pezzetli di carne cruda cd insetti finché a poco a poco non si sia potuta abituare al pastone di baeacei. Sarà però sempre bene di dargli di tanto in tanto qualche pezzo di carne. La femmina quando cova perde la natia timidezza o non ahiiamiona il nido se non quando il perieolo è imminente. Anche scuotendo l'albero o gettandogli delle pietre non si riesce a distoglierla dalle materne sue cure; se uno si arrampica sino ad essa e colla mano le si avvicina allora fugge ma per far tosto riloi-no c solo se vien disturbata per la seconda volta si l'isolve talfiata a lasciare il nido. Non è si facile stando al piede della pianta sn cui trovasi il nido di questa Averla il distinguere se vi si trova la femmina a covare giacche di sedito la testa non si vede tenuta com'è eoniro i margini del nido in modo da confondersi con esso. Il provetto cacciatore si accoi’gci’à tuttavia della sua presenza osservando la coda ehe tiene alzata in tutta la sua lungliezza cd ba lulta la lìgura di un ramo secco ohe esce dal nido. A l i l o . — E posto sempre alle inforcature di alte piante e di preferenza sulle quercie, in mezzo al fogliamo, per cui è più dilììcile scorgerlo ohe quello della piccola Averla [E. coUnno). Verso la line di aprile i nidi sono già coslrulli. Poco tempo <lopo aver distrutto un nido di Averla eapirossa se ne vede nn allro in eoslrnzione a breve disianza dal primo; disinillo il secondo se ne Irova un terzo vicino al luogo ove erano gli altri; lali osservazioni ripetute per due anni, c’ inducono a erodere che sia la medesima coppia ebe li ricoslruiscc. Tali nidi sono composti di fuscelli e steli d’orba talvolta muniti ancora delle loro fogliolinc; vi !io riconosciuto in copia gli steli del brugo od ci'ica connine e di varie specie (li Cornstium. Aircsterno si vedono dei fuscelli un po’ più grossi elio servono a rinforzare un poco il nido; di dentro e sui boi-di gli steli sono più lini o non di rado vi si trovano frammisti fili di refe, bioc(!oli di lana ed allretlali maU'rie soflìci; rari vi sono gli steli delle graminacee. Le misure di epicsti nidi danno in media ceni. 14 pel diametro esterno, 8 pel diamciro interno, 5 ceni, di profondità, variando le pai-('ti da 5 a 4 centimetri. U O V A . — Sono deposte in numero di quattro a sette per covata, di forma ovata, con un diametro maggiore- di mili. 21 a 2ò ed uno minoi-e di mili. 17 a 18. La loro superficie è liscia, ¡loen o nulla lucente e senza pori visibili. Variano assai nel color del fondo da covata a covala come anelic nella disjiosizione delle macciiie. Sono però sensibilmente eguali Ira loro le uova dello stesso nido. L(' (jualtro covale clic lio sot- l ’occliio offrono le seguenti varietà di colorito: 1.* Fondo bianco latteo con maeebie mimitissiine, rossicci(‘, cliian', sparse sn tutto l’uovo. 2." Fondo verdc-azziirrognolo assai chiaro eon inacchie di due sorta piuttosto graiulieolh', alcune bruno-nerastre, altro più numerose, più ciliare, d'un bruno dilavalo, raccolte tutte in nna larga corona dalla parte del polo ottuso, nessuna o qnasi verso il polo acuto. Fondo vcrde-azzurrognolo un po’ più scuro che nella precedente, colle stesse macchie nn |io' più grandi, disposte pure a corona, ma di cni alcune raggiungono il polo acuto. 4.“ Fondo bianco-aurora con macchie rossastre c hriino-cliiare, alcune disposte a corona cd altre sparse sul rimanente dell’novo. Assai diflieile riesce il distinguere tali uova da qiudie della specie affine E. eoUurio essendeivi anche in queste delle varietà non poche e solo paragonando molte covate dell’ una e dcH’altra specie si può slaliilire, senza per altro tenere per regola sicura, ehe le uova dcU'Averla capirossa sono più grosse c eon chiazzature più grandi. bianca. I genilori li milrono con insetti, larve c talora con pulcini di altri nidi. I i * | i i A ' i A i . — Nascono nudi, ma prima di mettere le penne si coprono di una pelurie
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