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CINCLUS AOUATICUS bechst. n in n o «iiM-liio UÌ...I - ' l ' i i r i ln o c i iu ln o Lati. - I ly d r o b a fM a lb lc o l i fo Vici» Uali,.no: Mpfif. (J-anjiiM - Merlo aquajoh, - Slorno T acqua. Lom im nii. : Merlo aqiitra'U. - Merlo rl'iicquii. liiiicu raj)pi-esunluiile del suo genere fra noi, il Merlo d’acqua incontrasi in certa abbondanza in lutle le contrade d’Europa, in Ispagna, iu Francia, iu Italia e uelle sue isole, iu Isvizzcra, iu Germania u ben anco uelle regioni più sclleutrionali della Svezia e della Norvegia. La sua prediletta dimora è la monlagua e colà lo si rinviene piuttosto frequentemente, purché vi siano acque chiare e fresche, meglio ancora se vi spesseggiano i torrenti, entro le cui onde precipitose trova ad un lempo asilo e nulrimenlo. Dai luoghi da esso prescelti poco si ailoutaua, molivo per cui uelle nostre pianure si vede di ràdo e solo lungo i grandi (iumi io si osserva qualche volta,iu ispecie d’inverno: i numerosi canali che irrigano i pingui piani della nostra Lombardia uon lo allellauo punto, mentre trova uelle vallate più alte delle Alpi acque più limpide e sicurezza maggiore. A grandi altezze lo si trova ancora ed il doli. A. E. Brclim 'C racconta di averlo iucoulrato nella Sierra Ncvada fino a setlcmila piedi di elevazione sul mare; menlre il distinto naturalista W . Georgy, che disegnò dal vero le illustrazioni per l’opera di Tscliudi sugli animali delle Alpi (*), descrive lo spettacolo che gli offrivano i Merli aequajoli, passeggiami iu cerea di eiho entro i profondi spechi de’ ghiacciai. Non ama punto la società d'altri uccelli, nemmeno di quelli della stessa sua specie; tutt al più lo si vede insieme colla sua femmina, ma iu lutti gli allri casi se ue sta sempre solo, né soffre che altri si arroghi dirillo di pesca in quella parte del ruscello da esso abitata. La solitudine non iulliiiscc però molto sul carattere di questo uccello che, osservato lungi dallii sua dimoi-a, uon si sospetterebbe mai fatto [)er vivere di eouliuuo presso o dentro l ’acqua. Infatti esso è sempre iu molo: riuioiila o seconda il corso deH’acqua, passa rapidameule dairiiua aH’altra riva, percorrendo senza posa ii suo piccolo dominio; una pietra sporgente, uua eavilà della roccia, una crepatura del ghiaccio gli servono a loro volla da osservatorio; se sul fondo delle gelide acque vede uu verme, un insetto (|ualsiasi tosto vi si tuffa e passeggiando sul suolo come se fosse iu terra asciutta, 10 raggiunge e lo iughiolle. Giammai dà seguo di timore o di esserne incomodalo, che anzi sembi'a compiacersi del moviuieulo delle aeque e più volontieri che allrove si li-at- tieuc presso le cascale spumeggiami. Allorché l ’altezza deH’acqua é lale che uon può cammiuarvi euti-o senza sommergervisi, entra in essa a lesta aita e quando il liquido elemento gli sorpassa le giuocehia, abbassa le «di agitandole. Codesto moviuieuto, dice 11 Gene ha forse per iscopo di far penetrare ueil’ acqua uno strato d 'a r ia , della (1) Brelim A. T. — Dm Ubai der Vogel. — p. 865. Glogaii, 1861, (*) Tschiidi (Friedrich von), Das nitrlebra der Alpemveli. Leipzig, 1833. - Libro eccelleiile di cui se tic fecero giii »arie edinoni e iraduzioiii io francese ed in inglese. (3) Geni Giuseppe. — Shrin naiurale degli onimali. Torino IHRO. — voi. II. p.ig, I&5.


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