Non ò (liflieilo l’adevarlo in iMoliiavilù, ove si usi nutrirlo eou miglio, canapa, lino, orzo e (lane. — Narra Beelisloiu elie ijuesto ueei-llo pei‘ prendere il grano, usa di disporlo, (jiiauto ue può eouleuere, nel becco e poi collocarlo iu fila uelle feudilui-e delle tavolo della gabbia; quindi ad uno ad uno eou grande prestezza od agilità iugliloUe tutti i gi-aui. — La gabbia deve essere di iilo di ferro perchè col heeeo la guasterebbe (jualora fosse di legno. AilM». — Corre per quesla speeie la stagione degli amori dai primi di umrzo iu avanti. — Ai piami di a))rile attende ad accomodarsi uu nido. Queslo eousisle od iu uu crepaccio ualuralc del tronco o uelle cavità scavate auteriormenle dai Pieelii e jmseia da (juesli ahhaudonate. Colla fanghiglia uiiila a leggieri porzioni di stereo bovino oj)- portunaiueule iinpaslati colla spessa saliva che loro esce di bocca, oslruiseono ii foro troppo ampio ehe primierameute esisteva e lo ridueouo perfetlamenle rotondo; colla islessa fanghiglia ostruiscono anelie i erejiacei se scelgono a covo una cavità naturale e ue tappezzano jioi riuterno jicr buon tratto, per eui la loro coslruziouc riesee solidissima. L ’aperlura di queslo covo misura mili. 50 di diauiefro. Sul fondo della cavità de- pougouo uno strato di foglie secche di (jucreia o pezzi di corleceia lina di pino e li sovrappongono gli imi sugli altri senza ordine iu modo però da formare uno strato dell ’altezza (li 4 a 5 centimetri perfettamente orizzontale. Tutti i materiali suuuominati non si trovano commisti fra loro, ma ogni nido consta d’uno solo di questi. — li nido i; alla profondità di ceni. I l a 14 dal foro, quc- srultimo sempre pili di 2 metri al disopra del suolo. Il Picchio umrajuolo non approfitta mai delle fessure o dei fori vicini a lerra cd II foro da lui lascialo c sempre diretto ohiiquameute verso l'iiiteruo del nido. A disporre il loto impiega da 4 a 5 giorni ed aitretlauto od aiielie meno a portare le foglie. — Se gli si rompe la sua coslruziouc, se non ha deposlo le uova aggiusta i guasti e ciò fa circa iu tre giorni. Togimudo a (]uesl’ uccello le uova, non vi fa la seconda covala ma sembra però che la faccia tosto iu altra località. La femmina cova eou iusisleuza o costanza lale ehe è diflieilc farla eseir fuori, anche scuotendo la jiiauta o facendo rumore vicino al nido. Accadde di tagliare l’ estremità d’iiii grosso albero onde prendere il nido di questa specie; calalo a l(*rra eou corde, non si vidde uscir fuori la femmina ehe dentro slava a covare se non quando si scosse il nido e si cercò d’iutrodurvi la maiio. LO V A . — Il maggior numero di covate si trova iu aprile ed esse eonslauo dì 4 lino a 7 uova c seeoudo allri osservatori lino a 9. Souo essi di forma ovaia, coll’ asse maggiore di mili. Ih a 20 ed il minore di 15 a 14. I) guscio è poco luceule, liscio, a pori non visihili ad occhio nudo, a fondo bianco con macchie piccole color cioc- (M)latle irregolari, uumerose iutoruo al polo olluso, più piiu-ole e rade al polo acuto. Uua covala trovala quasi sommersa iicH’acqua ed iueiihata dalla femmina offriva le uova eoi fondo color giallo sporco a macchie meno numerose e più grandi dell’ordi- iiario. Uno di tali uovi è rap|»reseutato iu uua delle lavole speeialmei'ile destinale per le uova. i * i ; ix i \ i . — Do|)o una covatura di la giorni circa iiascouo i pulcini, non intieramente midi, ma con (|ualelie pelurie su aleiiue parti del capo; veugouo essi nutriti alleruatìvameute dal maschio e dalla femmina eou formiche (mI altri insetti. — In poeliì giorni s|)iiulauo le penne ehe poi avvicinano iu colore (piello dei genitori od alloreliè souo maliiri non dìITerlseoiio dai genitori ehe per una eolorazioue meno sentita. Souo facili ad allevarsi e si mostrano mollo dumostiei; la loro carne non è buonissima. sTinis,,, S U B U L IR O S T R E S G r e n e r a l i l à ¡sullo PARIDE Sub fa.-!!. ■¡2:' F t l l ’iliy^ Sub fam, 73 F a id a lo t i l l t l* Sub fam. 74." H c ü l lÜ l l í l* . Nelle, l’aridee non si iueonlraiio specie incoio d’Europa die nella prima e terza delle sollo-famiglie che la eompougouo, cd ascendono a .sole 15, miinero ehe rappresenta all’ iiieirea la sesia parie delle speeie conosciute l^a Lombai’dia ue ha IO pisr eui (relalivameiitc alla poca csleusioue di ((iiesla famiglia) si può dire ahhastanza iieue fornita. Le Paridec dell’ America nordica souo rappresentale da 10 specie (fi eui una sola la Lop/iop/tiines bicolor L. si trova anclie in Europa (2). Le speeie coimiiii all’ Asia ed all’ Europa souo in numero maggiore come è il caso del comune A um ' oiiijor L. e del P. alci' L., del (a j iw ìs Ios ci/anons Pallas, della Plorilo sibirioa Gm. e di alcune altre. L ’Europa ha invece di comune coll’Africa il Panurns biarmioiis L. (3). Venendo ora alla slaziuuc particolare alle specie, di cui in (iiiest’ opera si trovano le illuslrazioiiì più ampie che mi è stato possìbile di redigere, posso assicurare in lesi generale clic occupano una vasla csleusioue giacdiè dai eolli si estendono in tulla la pianura lombarda. Specie però moulaniiic souo il I{e!fiihf& crisla/us ì\n\ ed il fioi/ulKs ignicapilhis Brehm che solo nell’ emigrazione aulunuale si ineouirano al piano. Anche il Cgiinisie.f ciornlons L. il quale soggiorna lanlo ai monti, che ai colli ed in pianura, è forse più ahboiulaute nei primi che non nelle altre parli, (piauluuqiie non isearseggi iu alcune. Preferiscono invece la |)iamira, la Meoisliirn ciiiidala elio ahhonda nei luoghi acquitrinosi; il Piiiiiirns biiiriiiioiis o \'.Egillinliis pomìuliuus sono più s|HCcalamente paluslri. Infine noi troviamo eome essenzialiueulc alpigiana la Ciucia eoi ciiifi'o Lopho- phanes crislalas L., ehe non abbandona neppure fra i rigori del verno, onde vedesi essa « iiicaiilarsi e baloccarsi iu mezzo al verno couleiila di lui '‘7 » La maggior parte delle nostre specie è rappresentata da individui stazionari c da alcuni cmigralori, essendo jiiii numerosi i |»rimi dei secondi, ed ai (piali d’ autunno sì aggiungono individui passcggieri emigranti da altre regioni. In genere ))erò anclie gli individui che rimangono tulio l’ anno in I.onihardia, compiono di verno una parziale emigrazione facendosi da montanine ahilalrìci delle pianure. Àrhorieole per eccellenza le Paridee, formano uno dei più artistici ornamenti dei noslri alheri. È sovr’cssi che sanno assumere mille svariatissime posizioni, appendersi ca|>ofillc, aggrapparsi di sollo iu su, (»oiupicrvi movimenli lestissimi che iuvaiio ben l)iù valente jieuua delia mia saprebbe descrivere, e che solo s'imprimono nella im-iite do|u> averli veduti. In tulle le loro posizioni non rimangono che pochi secondi, onde nessun allro ueeello può star loro al paro jicr iiislancaliililà, per leggerezza e per agì- (1) nonaparie. Csiiípecíuj sysUmaUs ornithologia. Annalus des Sciences Nnurelles. Zool- Sene IV, Tom. 1- (2) Bonaparte. .4 geographical ami comparalice Uu of ¡he lUrds of Europe and north Auieriea. - l.onduii 1838. (3) Bonaparie. Conspectus geitermn avium. T. 1. - LugJuni Uaia/orum, 1859. (4) MoDli. Catal. e noti:ie compendiose degli uccelli di stazione e passaggio nella provincia d, Como. ecc. Lomo 18....
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