sul inorcal» ili Brescia. Iu Toscana, uellTIalia uieriilioualc, iu Sicilia è luuai cerio clic uran parte degl’in ilivi ilui è seileutaria. , • . ■ - « n o . Nidiliea lo S|.a/.iaeaiuiuo eutro le ea vilà del le r re u o , uesl. space Iu d .. . „assi, nei mur i d iro c c a li; più di rado sui le lt ì o nei Irou e lii dei v c r r lu a llieri. il nidi, è concavo più o meno regolare a seconda della ca vila c lic lo n c e l la c lic c rieiupila da luuscliio, il quale forma pure lo s ira lo esterno. Queslo e pio o oieiio i Ik is o oiai- e alameole dal secondo elie è di paglio/.r.e o musei,i lini, i.a c a v ila loveec e r iy c s lila di p a-lie lle son ili c radieine c lic eosliloiscooo il ler;.o s lralo . i.a cavita lui no apertura di oiillio ic tr i 33 cd è profonda da io a ài) m i l l im e lr i ; lo spessore del u iarg ioc elio è piano, pei oidi eooqiresi io p iccole e a vilii regola ri è d, 50 oiillo oe ir i. ,\llri oul, invece di avere radieine oe ll'io le ro o (iella ea vilà liaooo peli di capra o |ieooe, oien lre lo sirato esterno può essere non ili mosclno ma di paglie o allro. Sono quasi cerio rlie aoelie da noi lo Spa/,/.araioiiio nidiliea (Ine volle eome ne lo fanno supporre la larda epoea della sua parlen/.a e l’ aver Irovalo nova a stagione avan/.alissima, per il elle non poteva supporre appartenessero alla prona covala. l « v i . l,c uova di quesla specie deposle in numero di sei per covala sono Inanelic, sensilniniciile lisce, seii7.a pori visiliili, eoo ll)-‘il) inillimelri d’asse maggiore per 14-la di asse minore. La loro forma è ovaia. P U u n \ i . 1 pnieini dello Spa/./.aeamino appena hanno il corpo eoper .> di pmi- nneeie sono d’un grigio oscuro .piasi n.iiforme, rlio assonnglia a qnelln del groppone della femmina adnlla. La eoda appare rossa. La pelle delle labbra e gialla. RUBECULA FAMILIARIS b l y t h . (SIUO CAVEIINOSU) (lOVA OV.VTE) K v l i i i i l-atli - - «ylTOMtri« A. U. Bnlim. liuti,ma.- Pi'lllrosso. Pii'C'tl. — Cìiiua, — Pclliross. — Shiiclt. Quel caro uugrlliim c lic il l ’i'llirosso annoverasi fra le specie [>iii comnai nel nostro paesi», cssendovene degli imlividni stazionari cd alti'i in maggior numero di passaggio, elle ei arrivano dal nord nell’ aulimno, parte dei (piali si Irallcngono da noi nel verno, mentre altri vanno in cerca di più tepido ciclo e ci risalutano poi alla primavera alloppiando rifiassano le Aljti per atlemlcre alla propagazione. Trovasi in tulle le parli d’ Europa, e colle sue migrazioni si estende sino a! nord-ovest dell’Africa c delle sue isole; pochi sono però i Pettirossi elte oltrepassano i confini europei, giacche il maggior numero soggiorna durante il verno nelle parti più meridionali del noslro continente. Da noi arriva eoi primi di marzo, ma h(!ii presto scompare, poiché durante la bella stagione, il Pettirosso è esclusivo abitatore dei monli dove preferisce le località boscose c selvaggio, cui rallegra del suo canto armonioso, e dove pone il suo nido. Ncll’otlobrc discende alla pianura, cd allora si mostra in copia c dovunque nelle campagne, negli orli c nei giardini, olTrendosi facile bersaglio ai caccialoj'i, in grazia della poca sua timidezza c della confidenza con cui si lascia avvicinare. Grazioso ncH’aspelto, Io é anclic nei movimenti e nei tratti della sua intelligenza. • Posato a terra, »i dice A. E. Brchin, • tiensi cretto eolie ali alquanto pendenti c la eoda orizzontale, posalo sui rami tiensi più dimessamente. Va saltellando a balzi sia in lerra sia sui rami orizzontali, svolazza molto ahilmeiUe dall’uno all’alli-o ramo c vola ahhastanza bene sebbene interrompa spesso il volo per salterellare scorrendo per lunghi traiti in una linea serpeggiante composta di archi di varia ampiezza. Fra i più fitti cespugli vola con grande destrezza cd in generale dà a divedere molla agilità. Bene spesso lo si vede posato sul terreno c sui rami spogli cd isolati, ma è raro, specialmente durante il giorno, di vederlo volare a qualche altezza; per quanto sembri ardilo, non perde mai di vista la propria sicurezza. Dell’ uomo non ha tema alcuna; si direbbe elie sapendosi fiducioso si sente in dirillo di essere trattalo eon l'ignardo. Conosce benissimo i suoi naturali nemici c lo dimostra rangoseia che palesa al loro accostarsi. Verso i suoi pari e verso i deboli è capriccioso, proclive ai litigi; è insomma poco socievole; c raro vederlo in pace coi vicini; tuttavia v’hanno occasioni nelle (¡uali si mostra amabile e persino compassionevole verso altrui » '*). Ma il pettirosso sì rend(» gradilo non solo p('r la famigliarità eon eui s’avvieiua all’uomo c per la vivacità de’ suoi movimenti, ma ben anche [»“r la grazia del suo canlo ehe consiste in flebili strofe alternale eon trilli, recitate con voce alla eon ima certa tal quale solennità; |u»r colai pregio spesso lo si alleva in gabbia, ed a vero dire non sembra elu» la prigionia torni lro|q>o Sjiiaecvole al povero Pettirosso, od almeno non si dà alla malinconia come fanno molli allri necelli. In breve anzi si abitua al carcere, lascia ogni timidezza e sa molto abilmente allì'zioiiar.si olii lo tiem» in custodia, agifi) c Gli uccellini abbaiidoniiU eJ orfuiii die non sanno aiiccra coinbuKcro la lolla ildia vila, irovun» nel Petlirosso un proleliure; verso gli animali della slessa sua specie esso si niosira pieno di alTctio. lo feci in proposilo un'osservaiione oommoveiilo: Duo Pellirossi che abilavano nella medesima gabbia vivevano in coiiiiniia guerra, sembrava che si invidiassern a vicenda non solo ogni boccone, ma persino l’aria che respiravano; si inseguivano e beccavano senza posa. Essendo accaduio che uno di essi per uno sgrazialo caso si rompesse una gamba, la guerra cessò tuslo e l’avversario iiiulaiosi in infcnnicro, ebbe la cura più alToliuosa dello sfurlunatu compagno cui poriava regolarmente il cibo. I.a gamba guari, l'ammalalo ricuperò la sua primiera forza, ma la guerra non ricominciò. • l'iii qui il lirclim. Snell, Naumann od allri riferiscono pure osservazioni cho dimoslrano la solleeitiidinc che i reliirossi liniiiio iu certi casi per uccelli anche di .spcrie divcc.<i dalla loro.
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